SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Dispersione e devianza, la doppia “D” sfida per la scuola moderna

Oggi la Scuola è chiamata a svolgere una funzione sociale ben più amplia rispetto alla funzione didattica, in quanto ha il compito di erudire lo studente e formare il cittadino, sedimentando valori etici, morali e civici.

Tale compito, in qualità di agenzia di socializzazione formale, è stato ribadito nella declinazione normativa enucleata nella Legge 107/2015. Infatti, l’Istituzione Scolastica deve porsi al centro del territorio per realizzare sinergie virtuose e proattive con gli Attori Sociali ed Istituzionali, al fine di contribuire all’abbattimento delle zone d’ombra e all’esaltazione dei punti di forza, creando una sana prospettiva per le giovani generazioni.

Per tramutarsi in Comunità Educante, la Scuola deve andare oltre il periodo curriculare e oltre la struttura scolastica. Solo così si intraprende un cammino virtuoso che possa coinvolgere positivamente gli studenti, non solo scolarizzati ma, ancor di più, gli alunni da scolarizzare.

Tale percorso ha pragmaticamente segnato la sua iniziazione all’esito del periodo pandemico, quando il distanziamento costituiva regola coatta per la tutela del bene salute, ex art. 32 della Costituzione. Quando si è rientrati alla sana presenza e si sono stabilite le fisiologiche relazioni di prossimità, gli effetti del distanziamento si sono avvertiti tutti nella loro pienezza. E’ stato necessario sensibilizzare i discenti alle regole della quotidianità, nonostante le resistenze fisiologiche, gli studenti sono stati riaccompagnati in classe, non solo in senso fisico ma con partecipazione attiva. La presenza, ovviamente, sollecita la sana relazione, in condizione di reciprocità, portando alla costruzione e non alla mera trasmissione della conoscenza, tramutando il ruolo del Docente in orientatore e facilitatore, nell’ambito di un peer tu peer, che vede come protagonista assoluto il Discente, che non è solo fruitore dell’informazione.

La Comunità Educante, però, è chiamata a contrastare la dispersione e la devianza, ovvero quei ragazzi che colpevolmente o incolpevolmente si sottraggono all’obbligo scolastico e scelgono, in maniera disorientata, di seguire percorsi impervi ed ai limiti della legalità. Si parla di disorientamento, in quanto molte volte, questi ragazzi ‘ colpevoli di innocenza’ non hanno dei sani punti di riferimento, rimettendosi alla cattiva maestra della strada, in cui vige, in certi comparti nebulosi, una regola, ovvero, ‘ le regole non esistono’. Di guisa, in costanza di una emarginazione civica, tali ragazzi alimentano l’asset microcriminale, propendendo per una crescita insana e deplorevole.

I patti educativi per rafforzare la speranza di una comunità

La Comunità Scolastica deve essere baluardo di legalità e deve raggiungere questi ragazzi per accompagnarli a scuola e sensibilizzarli al bene, riportando luce nella loro esistenza.

Non si può sperare che qualcuno accompagni loro a formalizzare una iscrizione, in quanto tale suggestione risulta improbabile e velleitaria.

Negli ultimi anni il tasso di dispersione scolastica è sensibilmente migliorato per la nobile azione esercitata dalla Scuola, traslando, in Puglia, dal 16 per cento al 12 per cento, sedimentando un incoraggiante margine di speranza.

Tuttavia, quel dato numerico resta molto preoccupante soprattutto per chi ha una sensibilità sociologica e pedagogica, andando al di là dell’effimero dato quantistico e numerico. Dietro quel 12 per cento si annidano disagio, storie di vita spezzate, violenze ed emarginazione, che non possono essere oscurate da un ingannevole approdo interpretativo e valutativo.

Nell’ultimo biennio, sono aumentati notevolmente le denunce e gli interconnessi procedimenti penali per fatti, a rilevanza penale, commessi da giovani autori che, probabilmente, si riconducono nell’alveo di quel dato numerico.

Ecco la ribadita importanza dei Patti Educativi di Comunità, la cui esaltazione è necessaria in considerazione degli effetti sociali interconnessi alla loro realizzazione.

Creare una virtuosa circolarità con il territorio, con i servizi sociali, rappresenta una buona pratica improcrastinabile.

Tutti insieme possiamo abbassare la percentuale della dispersione ma, soprattutto, innalzare l’essenza del valore, ponendola in contrasto e in supremazia rispetto all’opacità del disvalore.

Di guisa, è opportuno abbattere la logica dei Target, meramente numerica, e curare l’agito e le relazioni di prossimità, in quanto attraverso un approccio di prossimità, si ha la possibilità di integrare e includere tutti e ciascuno, senza escludere nessuno, creando una Società accessibile e, soprattutto, traslando il progetto formativo in progetto di vita.

A chiosa di tale riflessione, mi piace rievocare un principio postulato da KierKegaard: «la speranza è la passione del possibile», ovvero apertura a un futuro che non conosciamo e spesso indipendente da noi.

Ma speranza per Eugenio Borgna è anche un dovere verso l’altro, in una dimensione necessariamente di comunione.

Come membri di una sana e virtuosa Comunità abbiamo l’obbligo morale di non lasciar morire la speranza in noi per farla rinascere in colui che non la ha mai nutrita o, addirittura, l’ha vista morire.

Il domani non è ancora iniziato, cominciamo dall’oggi. Tutti insieme si può.

ARGOMENTI

devianza
dispersione scolastica
idee
scuola

CORRELATI

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!