A Napoli, dove i sindaci meridionali si sono dati appuntamento per ribadire il loro no al ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, Antonio Decaro ha vestito i panni del novello Robin Hood. E, per mettere in guardia istituzioni e opinione pubblica dal pericolo di un fantomatico “centralismo delle Regioni”, il primo cittadino di Bari ha rispolverato il refrain del “togliere ai ricchi per dare ai poveri”, proprio come il leggendario bandito della foresta di Sherwood. «In questi anni – ha detto Decaro – i Comuni hanno dato di più a chi aveva bisogno, semmai togliendo a chi aveva meno bisogno»: parole che, se riferite a Bari, fanno assomigliare il sindaco a Pinocchio più che a Robin Hood.
Se c’è un aspetto sul quale l’amministrazione comunale ha deluso ampiamente le aspettative, infatti, quello è la riduzione delle disuguaglianze tra un quartiere e l’altro. Anzi, negli ultimi anni il gap tra le varie zone della città sembra nettamente aumentato, complice una politica che tutto ha fatto tranne che togliere ai ricchi residenti in centro per dare ai poveri costretti a vivere da emarginati in periferia.
In quartieri come San Pio, San Paolo, Santo Spirito e Palese, ma anche tra Carbonara, Ceglie e Loseto, il tasso di abbandono scolastico, la carenza di servizi, la povertà e il rischio di esclusione sociale hanno superato il livello di guardia, a differenza di Murat, dell’Umbertino e di Poggiofranco, protagonisti di un boom di attività imprenditoriali, eventi culturali, opere pubbliche. E il Comune si è rivelato incapace di invertire questa tendenza. Basti pensare al bike sharing, sbandierato da Decaro & co. come una svolta decisiva nella direzione della mobilità sostenibile. I 70 stalli recentemente disegnati dal Comune sono concentrati nei Municipi 1 e 2, dunque in centro o a ridosso di quest’ultimo, ma non ce n’è nemmeno l’ombra in quartieri come Santo Spirito, storicamente penalizzato dalla quasi totale mancanza di parcheggi pubblici, oltre che da strade strette e da una ferrovia che taglia in due l’abitato: problemi, quelli del quartiere settentrionale di Bari, che il waterfront attualmente in costruzione è destinato ad aggravare e non certo a risolvere. Non c’è da meravigliarsi, dunque, del fatto che Palese e Santo Spirito siano tornati sulla strada della secessione da Bari, come in passato è avvenuto anche per Ceglie, Loseto e Carbonara.
A dispetto della narrazione trionfalistica cui Decaro ci ha abituati e dei mega-progetti destinati a tradursi nei soliti cantieri perenni, Bari resta una città dilaniata dalle diseguaglianze sociali: un fallimento reso possibile anche da una destra inconsistente, impalpabile e incapace di formulare uno straccio di proposta alternativa a quella del centrosinistra. Ecco perché criticare l’autonomia differenziata sostenendo che Comuni come Bari abbiano tolto ai ricchi per dare ai poveri, rischia di tradursi in un formidabile assist per chi invece sostiene il ddl Calderoli. Ma forse Decaro preferisce raccontare una realtà diversa, proprio come il personaggio di Collodi.
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