SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Da Israele soltanto bugie su Francesca Albanese

Gaza atto nono. Vediamo di essere espliciti, limpidi, cristallini: il problema mondiale si chiama Israele. Basta fare finta che non stia succedendo nulla. Basta con le puttanate dell’antisemitismo, del diritto a difendersi, di Hamas, di Hezbollah e del terrorismo islamico. E la smettessero questi maggiordomi travestiti da giornalisti o questi euro e nostrani parlamentari che ovunque faticherebbero a trovare un lavoro, la smettessero di utilizzare questi stupidi argomenti classificabili, appunto, come esecrabili lordure.

Di fronte allo sterminio di Gaza non ci sono più giustificazioni, sopratutto se sono menzogne. Ma, non bastasse, Israele oggi è il più grande problema per l’umanità; è una minaccia alla sicurezza internazionale; è una minaccia alla sicurezza nucleare; è una minaccia ai sistemi democratici e, peggio, è diventato l’unico e solo problema per la sicurezza degli ebrei che vivono all’estero. Gli imbecilli che governano il pianeta e i loro fidi ciarlatani non lo hanno compreso.

Chi lo ha capito molto bene e ne sta facendo testimonianza attraverso il suo ruolo in giro per il mondo è una italiana, Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Con estrema lucidità Albanese ha denunciato sin da subito l’occupazione coloniale dei territori di Gaza e il regime di apartheid e ha chiesto alle Nazioni Unite che si mettesse fine a una invasione che aveva tutti i requisiti per essere paragonata a una pulizia etnica.

Lo scorso 26 ottobre Francesca Albanese, ha riferito al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che le azioni Israeliane a Gaza avevano assunto i requisiti per essere catalogate come genocidio. Ha anche sostenuto che l’inazione degli Stati Uniti, è dovuta alla grande influenza che la “lobby israeliana” può esercitare sul Governo, mentre quella europea, è dovuta al “senso di colpa per l’olocausto”; il risultato è quello di condannare definitivamente gli oppressi. Questa sua posizione e queste sue continue denunce, dato il suo ruolo, non sono piaciute e non piacciono sia a Israele sia agli Stati Uniti.

Ed è così, che questa settimana è arrivata la scomunica da parte della Casa Bianca. Quel “bullo” di Donald Trump ha annunciato delle sanzioni nei confronti di Albanese. Gli ha fatto immediatamente eco quel “ventriloquo” di Marco Rubio, il quale ha sostenuto che «Albanese ha fomentato l’antisemitismo, espresso sostegno al terrorismo e disprezzo per gli Stati Uniti e Israele». Il fatto che le dichiarazioni di Francesca Albanese siano delle verità scomode per Israele e Stati Uniti, non per questo le rende meno vere. Ciò che diventa insopportabile è la costruzione di un sistema di menzogne volto a screditare il lavoro della rappresentante delle Nazioni Unite. Israele non calpesta solo il diritto internazionale ma, inquina anche le fonti di informazione. Si chiama Igaa – Israeli Government Advertaising Agency – produce una montagna di menzogne, attraverso le quali inonda i social, al fine di promuovere le iniziative Israeliane e screditare e distruggere gli oppositori. Naturalmente gli americani delle “armi di distruzione di massa,” anche in questa campagna, sono loro alleati.

Eccola la minaccia ai sistemi democratici: nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (articolo 19) si stabilisce “il diritto alla libertà di opinione e di espressione. Questo include il diritto ad non essere molestati per la propria opinione”. A ciò si aggiunga che numerose sono state le risoluzioni al fine di garantire “l’indipendenza dei relatori speciali”.

Attaccare Francesca Albanese oggi, vuol dire attaccare le idee stesse di libertà e giustizia che, altro non sono, che le fondamenta delle istituzioni democratiche. Punire l’indipendenza del suo lavoro è un attacco alla democrazia, far finta di niente o voltarsi dall’altra parte è una forma di complicità. Per noi italiani, Francesca Albanese, è motivo di orgoglio. Avremmo gradito delle ferme prese di posizione in sua difesa da parte del nostro Governo e, invece, giusto per non dispiacere gli americani, non una parola. Mi piace ricordare alla presidente Giorgia Meloni come, molti anni fa, quando la politica la facevano i politici, i vertici del Movimento sociale italiano stilarono un documento pubblico a sostegno di Bettino Craxi in difesa della sovranità nazionale violata dagli americani: Sigonella 1985. Ma, come sempre, non ci siamo fatti mancare il peggio: e il peggio, sono state le dichiarazioni dell’ex direttore di “Repubblica”, Maurizio Molinari che, sulla Albanese, ha ripetuto pari pari quello che dicono gli israeliani della Igaa. Menzogne tali, da non rendere più compatibile la sua presenza dentro l’Ordine dei giornalisti.

Intanto a Gaza continua la “roulette russa”, oggi sei vivo e domani sei morto; senza motivo, senza ragione, senza peccato e senza speranza. Con il mondo a guardare senza vergogna.

ARGOMENTI

francesca albanese
gaza
governo meloni
idee
israele

CORRELATI

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!