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Corte dei Conti, riforma pericolosa

Quella del 27 dicembre 2025, è una data nefasta, storica, per la magistratura contabile italiana poiché al Senato si è votata la legge che ne ha cambiato le sue sorti. Di fatto si limiterà il giusto e sacrosanto controllo sugli organi di governo nei vari livelli istituzionali che gestiscono le risorse pubbliche, cioè quelle di tutti noi cittadini. Una riforma che induce ad attente riflessioni da parte di tutti.

Nella veste che ricopro di consigliere regionale, non concepisco e non ammetto che possa esserci una legge che sia in grado di proteggere, chi governa, dalle conseguenze delle proprie scelte e di eventuali errori o peggio ancora abusi, con meno controllo e meno responsabilità. Il nostro sistema è definito come uno dei più garantisti d’Europa e tale riforma non gioverebbe di certo ai limiti posti dalla Corte dei Conti verso gli sprechi e le errate scelte che potrebbe apportare l’esecutivo.

Voglio spannometricamente riassumere i confini della controriforma appena approvata, dalla maggioranza di centrodestra, al Senato. In primis riduce i poteri di controllo preventivo in quanto la Corte dei Conti avrà solo 30 giorni per esprimersi in merito ad atti, appalti anche relativi a PNRR e fondi Ue quindi molto complessi. In assenza di parere, scatterà il silenzio-assenso. Ciò davvero mi pare grave. Poi, limita la responsabilità erariale ponendo un tetto massimo al risarcimento pari al 30% del danno contestato e anche l’esenzione della colpa grave in alcuni casi.

Altro regalo a chi commetterà abusi. Infine, rivede la riorganizzazione interna basata sull’accentramento di alcune funzioni e la conseguente eliminazione di procuratori generali regionali. In sostanza, la Corte dei Conti diventerà una sorta di organo consultivo più che giurisdizionale! La Riforma in questione, salutata come una «svolta» dalla maggioranza di Destra al governo da 3 anni e 2 mesi, non mi indurrebbe a parlarne come un atto di snellimento e sburocratizzazione, come l’hanno voluta presentare, poiché, non solo ridurrà come già detto il potere rilevante della Corte dei Conti, bensì indebolirà i controlli sulla finanza pubblica, rischiando, potenzialmente, l’aumento dell’illegalità diffusa, tenuto conto anche dei tempi stretti e del numero ingente di atti da vagliare.

È falso inoltre narrare questa controriforma come la possibile soluzione per eliminare il rallentamento o il blocco degli atti amministrativi della Pubblica amministrazione. Avrebbe invece, al contrario, impatti devastanti sulla gestione dei fondi europei dato che l’Europa andrebbe a svolgere direttamente il ruolo spettante ai sistemi di controllo nazionali. Infine, ma non per ultimo, non solo peggiorerà il sistema contabile del Paese, con possibili ricadute sui bilanci, ma finirà per tutelare gli organi di governo, a tutti i livelli, che potranno, potenzialmente, agire con maggiore leggerezza.

Sono state molteplici le occasioni in cui ho espresso l’importanza della funzione di un organismo come la Corte dei Conti, poiché, personalmente, lo considero fulcro per il controllo e la gestione dei soldi pubblici. Come Partito democratico siamo sempre stati dalla parte dei cittadini e della tutela degli organi di controllo e di giustizia, per tali motivi riteniamo inammissibile l’approvazione di questa norma, anche perché le amministrazioni pubbliche necessitano di controllo e nel contempo, è altresì doveroso informare i cittadini sull’impiego del denaro pubblico. Esprimerò, insieme al mio partito, il dissenso
per questa legge e farò in modo che i cittadini sappiano cosa comporterà l’infausta scelta fatta. La verità in primis, sempre!

Cosimo Borraccino è consigliere regionale del Pd

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