Non è mai troppo tardi, la celebre espressione, utilizzata dall’indimenticabile maestro Manzi, ben si presta per avviare un’attenta riflessione sull’assoluta valenza che l’istituzione scolastica ha all’interno di un istituto di pena. È inequivocabile che l’opera educante rappresenti il fulcro centrale del percorso riabilitativo, oltre a garantire la piena tutela del Diritto allo Studio sancito dalla Costituzione Italiana.
Tale opera deve essere esercitata con sagacia e pragmatismo, partendo dalla constatazione che essa si insinua nell’ambito di un percorso più ampio, in cui intervengono diversi attori e diverse componenti. In primis, c’è da considerare che l’Istituzione Scolastica, in questa fattispecie, è ospitata dalla Struttura Penitenziaria, pienamente legittimata dal dettato normativo vigente, quale presenza essenziale per ri-educare e ri-socializzare.
Questo dato è di rilevante importanza, perché presuppone che la Comunità Scolastica non possa esplicare l’azione formativa autonomamente, come avviene in una situazione ordinaria, ma la deve concordare con l’Area Educativa della Struttura di Pena, al fine di renderla più incisiva e pienamente calibrata sugli aspetti connotativi del profilo del ristretto. Altresì, è sottoposta al rispetto di rigide regole connesse all’esigenza di mantenimento di un adeguato stato di sicurezza ed ordine all’interno del carcere. Questo presupposto ha un’incidenza fondamentale anche sull’individuazione degli strumenti didattici da utilizzare che, senza dubbio alcuno, non devono essere lesivi di predetto stato. La Didattica deve essere creativa, coinvolgente e attrattiva, nonostante gli strumenti limitati e consentiti dal regolamento carcerario. Deve mirare alla promozione della curiosità verso la lettura, all’acquisizione dei contenuti di base, alla spinta verso la capacità di analisi e di confronto con sé e con gli altri.
L’azione formativa intende proseguire in un percorso di maturazione della capacità di analisi, con particolare riferimento a temi dell’attualità, come per esempio, i flussi migratori, la politica europea, l’inquinamento, il degrado ambientale e la crisi economica, rispetto ai quali è possibile alimentare un confronto.
(1 – continua)
Bentornato,
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