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Che errore il dietrofront sulla Via della Seta: i dazi di Trump ce lo ricordano

In attesa che siano chiarite le vere intenzioni del Presidente degli Stati Uniti sui dazi (e non i suoi bluff da giocatore d’azzardo), proviamo a capire quanto tale misura di politica commerciale possa influire sull’economia delle regioni meridionali.

Nel 2024 il 9,8% del totale delle esportazioni delle regioni meridionali è stato assorbito dagli Stati Uniti. Se andiamo nel dettaglio delle principali quattro regioni meridionali possiamo meglio valutare i possibili effetti in termini di congiuntura economica. In relazione alla prima regione, la Campania, nel primo semestre 2024 (dati Banca d’Italia e Istat), l’8,6% del totale delle esportazioni campane ha varcato i confini degli States, mentre le importazioni ammontano al 3,6%, con un saldo positivo di 529 milioni di euro. Nel 2024, le esportazioni verso gli USA sono cresciute dell’8,8% nei primi sei mesi dell’anno e i principali settori che hanno contribuito a questo performance positiva sono stati i mezzi di trasporto (automotive), i macchinari industriali e i prodotti alimentari, in particolare sughi, caffè, prodotti da forno e frutta/ortaggi lavorati.

Nel 2024, la Campania ha importato dagli Stati Uniti principalmente farine e prodotti chimici e farmaceutici. Anche la Puglia ha avuto nel corso del 2024 una performance positiva con una crescita delle esportazioni verso gli USa pari di + 25,8%, con un peso pari al 10,7% rispetto al totale delle esportazioni pugliesi, mentre le importazioni hanno pesato per il 6,7% del totale.

Il saldo è ancora nettamente positivo con un surplus di 350 milioni di euro. I settori maggiormente coinvolti sono stati i macchinari e apparecchiature (che hanno raggiunto 206 milioni di euro), seguiti da calzature (8,2 milioni) e articoli di abbigliamento. Nel 2024, le esportazioni siciliane verso gli Stati Uniti hanno rappresentato circa il 10% dell’export totale della regione, per un valore di 646 milioni di euro, registrando una lieve flessione dello 0,9% rispetto al 2023. Le importazioni ammontano all’8,9% del totale, con un saldo attivo di 952 milioni di euro nel 2024. L’export siciliano verso gli Stati Uniti è concentrato essenzialmente sui prodotti alimentari, bevande, olio e altri settori. Le esportazioni calabresi verso gli Stati Uniti nel 2024 hanno raggiunto un valore di circa 40 milioni di euro, pari al 7,2% del totale esportato, mentre le importazioni ammontano solo al 2,36%, con un saldo attivo di 19 milioni di euro. La provincia di Catanzaro rappresenta da sola il 42% del totale, I settori che guidano le esportazioni sono quelli dell’ortofrutta fresca e lavorata, delle marmellate e conserve di pomodoro.

Nel complesso il saldo commerciale per le quattro regioni considerate nei confronti degli Usa è positivo e pari a 384 milioni di euro. Il paziente lettore si sarà molto probabilmente perso tra le cifre e allora tiriamo il filo del discorso. Sicuramente l’imposizione di dazi da parte degli Usa e la conseguente inevitabile ritorsione europea causeranno una contrazione delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti e un mutamento delle rotte commerciali. Ma ciò che va rilevato è il livello di integrazione dell’economia meridionale con gli Stati Uniti. Sempre valutando i dati possiamo notare che la maggior parte delle esportazioni delle quattro regioni meridionali considerate, cioè il 44,5 %, pari a poco più di un miliardo di euro, si rivolge verso l’interscambio interno all’Unione Europea con un saldo attivo di 567 milioni (le importazioni ammontano al 37% del totale).

Un peso rilevante ha invece la Cina soprattutto per le importazioni complessive pari al 16%, mentre le importazioni dagli States riguardano il 5,8% del totale (le esportazioni verso la Cina sono decisamente limitate all’1,3% del totale) e con il gigante cinese le quattro regioni meridionali registrano un saldo nettamente deficitario pari a circa 4 miliardi di euro. Guardando i dati, dunque, l’economia meridionale appare sostanzialmente dipendente dall’interscambio con l’Unione, per le esportazioni, e con la Cina per l’elevato volume di importazioni. E occorre sottolineare, contro certi facili entusiasmi sui presunti successi dell’economia meridionale, che il saldo commerciale totale delle quattro regioni è in deficit per 3 miliardi e 850 milioni di euro.

Nella nostra vita le sorti dell’Unione europea appaiono quindi molto più centrali che non il rapporto con gli Stati Uniti, e, contrariamente a quanto ha fatto questo governo, per ragioni ideologiche molto lontane dagli interessi nazionali commerciali, sarebbe stato opportuno confermare gli accordi della Belt & Road Initiative (la nuova Via della Seta), sottoscritti nel 2019, per un ammontare di 7 miliardi di euro, e che avrebbero potuto aprire nuovi spazi per le aziende italiane contribuendo alla riduzione del deficit con la Repubblica Popolare Cinese.

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