Gaza atto secondo. Purtroppo la cronaca non racconta nulla di diverso, anzi; le ‘SS’ Israeliane (inorridisco solo a scriverlo), continuano a bombardare scuole ed ospedali e i pochi palazzi rimasti in piedi. Il ritornello è sempre lo stesso, bombardano dove si nascondono guerriglieri di Hamas. Si spara su tutto ciò che si muove o si fanno saltare in aria con i droni e, poco importa che siano donne o bambini, operatori sanitari o giornalisti. Adesso non ci si cura più nemmeno della forma; la comunità internazionale non reagisce e allora a che serve chiedere di evacuare zone da bombardare, bombardano e basta. Non perdono tempo e già che ci sono, bombardano pure le tendopoli che ci sono sulle spiagge. Hanno bombardato e distrutto la rete idrica; hanno incendiato i campi coltivati e hanno distrutto i forni.
“Non faremo entrare neanche un chicco di grano”, dice il Ministro Bezalel Smotrich. Un film dell’orrore che dura da venti mesi. Ma i brividi ti vengono quando vedi giovani, donne, uomini e bambini israeliani danzare e calpestare e distruggere gli aiuti umanitari che la popolazione palestinese aspetta invano. E i bambini di Gaza, adesso, oltre che sotto le bombe, muoiono anche di fame. Le parole di Tom Fletcher, Capo Umanitario delle Nazioni Unite, descrivono la drammatica situazione, quasi al pari, delle immagini che ci arrivano: «Niente può prepararti a ciò che vedrai a Gaza; solo distruzione e desolazione per miglia, miglia e miglia. Si parla di ripresa del conflitto ma non c’è più nulla da bombardare. È uno spettacolo dell’orrore».
Ecco, di fronte a questo scenario apocalittico, ci tocca pure subire la ripugnante offesa dei vari Mentana, Capezzone, Paita, Velardi e intere testate giornalistiche che, con le terga ben assestate su poltrone immeritate di soldi, animano i salotti televisivi e non, con abominevoli voli pindarici, fatti di servili e meschini distinguo, sul corretto uso della parola genocidio. Tronfi del loro dire, vorrebbero essere annoverati dentro i confronti dialettici ma, a giudicare dallo schifo che rinviene dai loro ragionamenti, a me pare, che li si possa catalogare tra le flatulenze.
Le istituzioni tutte, nazionali ed internazionali, con colpevole ritardo, cominciano a comprendere che non si può più fare finta di niente. Forse sollecitate dalle migliaia di manifestazioni che, ogni giorno, in ogni piazza, in ogni angolo di mondo, compresa Tel Aviv, si stanno muovendo in difesa di Gaza e della Palestina. Ma, attenzione, non si va oltre che sterili dichiarazioni di condanna; ne abbiamo avuto una prova con il Ministro Tajani che, se non suonasse ridicola a venti mesi dall’inizio dello sterminio, con una ‘Informativa Urgente’ è andato a riferire in Parlamento che Netanyahu ora si deve fermare; e, siatene certi, ora che lo ha chiesto lui, sarà così! Flebili segnali di nulla. Dalla Presidente del Consiglio, da Giorgia che è donna, che è madre e che è cristiana, invece, niente, nulla.
Per la Meloni Gaza non esiste. Con il che viene naturale chiedersi se, alla fine, le origini non si rivelino! Ma lasciamo stare. Veniamo alle buone notizie. E le buone notizie arrivano proprio da casa nostra: il Comune di Bari dichiara non gradita la presenza, sotto qualsiasi forma, dello Stato di Israele o dei suoi rappresentanti in occasione della Fiera del Levante. Gli fa eco il Presidente Michele Emiliano, che attraverso una missiva, invita tutto il personale della Regione Puglia, tutte le Agenzie e tutte le società partecipate a, riporto testualmente, “interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del Governo Israeliano e con tutti quei soggetti ad esso riconducibili.”
Finalmente qualcuno si muove e, se come penso, queste decisioni non saranno gradite all’Ambasciatore, forse abbiamo aperto la strada per iniziative più incisive nei confronti di Netanyhau e dei suoi aguzzini. Grazie Bari. Grazie Puglia.
Bentornato,
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