Sono di pochi giorni fa le esaltanti dichiarazioni del presidente della Regione, Michele Emiliano, e dell’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, circa i positivi dati sull’occupazione in Puglia pubblicati nell’ultimo rapporto Istat. Sicuramente sono dati confortanti e che fanno ben sperare ma, come sempre, se i numeri non mentono mai, la loro interpretazione personale può spesso essere fuorviante.
L’analisi della situazione del mercato del lavoro della Puglia nel 2024 rivela indubbiamente un quadro in netto miglioramento, registrando il tasso di disoccupazione più basso della sua storia economica, al 9.3%, e un livello record di occupazione pari al 51.2%, il livello più alto registrato dal 2018. L’incremento congiunto del numero di occupati e del tasso di occupazione, unitamente alla diminuzione del tasso di disoccupazione, suggerisce quindi un effettivo rafforzamento del mercato del lavoro pugliese. Il tasso di occupazione al 51.2% supera di quasi due punti percentuali la media del Mezzogiorno (49.3%), mentre il tasso di disoccupazione al 9.3% risulta inferiore del 2.6% rispetto alla media del Meridione d’Italia (11.9%). Ma i numeri non mentono mai e, addentrandosi nell’analisi di questi, si possono scoprire cose interessanti.
Si può scoprire, per esempio, che le performance della città di Bari sono di gran lunga superiori al resto delle province pugliesi, un dato che la Regione ha voluto definire di “assoluta eccellenza nazionale”. Il tasso di occupazione nel capoluogo pugliese, infatti, ha raggiunto il 59.7% mentre il tasso di disoccupazione è sceso per la prima volta al 5.1% nel 2024. Questi valori rendono Bari del tutto assimilabile alla città di Milano, considerata il punto di riferimento economico nazionale. Ovviamente un risultato più che lusinghiero.
Tuttavia, l’analisi settoriale dei numeri evidenzia ancora significative disparità territoriali con, ad esempio, la provincia di Foggia che si distingue per avere il tasso di disoccupazione più elevato della regione, al 16% nell’ultimo quadrimestre del 2024, ed un tasso di occupazione al 47.4%, ben inferiore alla media regionale (51.2%). Ma anche confrontando Foggia con altre province pugliesi come Taranto, Brindisi e Lecce, la situazione non cambia, e per tutte il tasso di disoccupazione si aggira intorno al 10%, il doppio rispetto alla provincia di Bari. Tutt’altro che ottimistici sono anche i dati sul tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) in Puglia, che si attesta sul finire del 2023 al 32.5%, ben 10 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale (22.7%), o le più volte richiamate difficoltà nel reperimento di candidati qualificati da parte delle imprese, difficoltà quest’ultima che rappresenta la vera sfida per tutto il Paese, non solo per la Puglia.
Il governo regionale ha attribuito in gran parte i positivi dati dei trend occupazionali a specifici strumenti quali i Contratti di Programma o misure come il Pia, Nidi e TecnoNidi, utili ad attrarre imprese e promuovere la creazione di posti di lavoro. Più probabilmente però, così come citato dal rapporto Svimez, la Puglia è risultata essere la regione italiana più dinamica in termini di crescita del Pil tra il 2019 e il 2023 (+6.1%), ed è questa forte crescita del Pil ad aver contribuito ai trend positivi sull’occupazione, con un mix di misure europee, nazionali e regionali che sono riuscite a tirar fuori la spiccata capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato del lavoro delle nostre imprese.
Nell’immediato futuro però, sarà fondamentale concentrare gli sforzi su alcuni ambiti prioritari, sottolineando la necessità di nuovi programmi di investimento di sviluppo delle competenze dei giovani pugliesi. Il divario tra l’economia di Bari e il resto della regione, inoltre, è ancora troppo elevato ed anzi, anni di politiche unidirezionali in termini territoriali ne hanno ampliato la forbice. Per questo è sempre utile accendere un faro sugli errori delle amministrazioni nell’accentramento delle misure e sulla necessità di interventi politici/economici mirati anche agli altri territori, solo così si potranno affrontare sinergicamente le future e specifiche sfide che le diverse aree della regione incontrerà.
Bentornato,
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