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Bari, cercasi psicologo. Oppure un esorcista

Più che di un allenatore nuovo, questo Bari avrebbe bisogno di uno psicologo. Lo ha capito anche mister Vivarini che, al termine dell’ennesimo passaggio a vuoto col Pescara, ha parlato di un «problema di testa».

Attenzione, però, a non circoscrivere la «patologia» del Bari al solo blocco mentale. C’è, e non è una novità, una questione di organico, non solo scriteriamente azzerato l’estate scorsa, ma rimpiazzato che peggio non si poteva.

Dare la croce addosso al solo Castrovilli è quanto meno ingeneroso. Predicare nel deserto non è mai stato facile per nessuno. Discorso diverso per Partipilo, uno dei pochi segnali di «buona volontà» del club di De Laurentiis nell’ultimo calciomercato. Del giocatore che faceva la differenza ai tempi della Ternana, finora non se n’è vista traccia.

Probabilmente, la spiegazione di questi primi tre mesi e mezzo di campionato da incubo, sta a metà strada: un aspetto ha condizionato l’altro. I disastrosi risultati dovuti a un organico assemblato male hanno innescato il blocco mentale.

Se questa analisi è sbagliata, allora non resta che affidarsi a un esorcista. Anche perché, le prime tre partite di Vivarini in panchina, hanno dimostrato che il problema non era mister Caserta. Se questo Bari non riesce a vincere contro il Pescara, ultimo in classifica, per giunta in superiorità numerica per 60 minuti abbondanti, c’è davvero da preoccuparsi.

Del presidente Luigi De Laurentiis si sono ormai perse le tracce dall’estate scorsa. Ultimamente ha mandato in «avanscoperta» il ds Magalini e il suo vice Di Cesare prima per chiedere scusa alla città dopo il cappotto di Empoli, poi per ammettere che «qualche errore sul mercato è stato commesso», salvo un attimo dopo dichiarare che credono nelle qualità dei giocatori arrivati a Bari.

Qualcosa non torna, però, nell’ultimo passaggio. Evidentemente. Insomma, mai come in questo periodo, il caos regna sovrano. E i tifosi non sanno più a che santo votarsi. Il sindaco Leccese ha (giustamente) messo le mani avanti chiarendo che non può interferire sulla gestione di un soggetto privato.

Al limite può chiedere al presidente De Laurentiis di fare chiarezza sulle sue reali intenzioni in merito al futuro del Bari. L’unico potere vero del primo cittadino è dettare nuove regole sulla gestione dello stadio San Nicola. Ma, in questo momento storico, è l’ultimo pensiero dei tifosi biancorossi.

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