Assenti illustri alla Cop29: la conferenza fa flop sul clima

Caro direttore, non c’erano speranze fin dall’inizio, con la grande lista delle assenze fra i leader dei Paesi più influenti del mondo che oltretutto sono tra i più grandi responsabili di emissioni di gas serra: Usa, Cina, Russia, Francia, Germania, Brasile. Per non contare gli oltre mille lobbisti di carbone, petrolio e gas presenti a Baku, quasi più dei delegati delle dieci Nazioni più vulnerabili al clima messi insieme.

L’obiettivo della Cop29 è raggiungere gli stanziamenti necessari sulla finanza climatica, ma non sarà facile, e così questa conferenza delle parti è vita come la conferenza “di passaggio” verso quella che si terrà l’anno prossimo in Brasile, dove si dovrebbero fissare gli impegni di riduzione delle emissioni nazionali di gas climalteranti. Sicuramente l’elezione di Trump non è di buon auspicio e sarà dura portare a compimento l’accordo siglato lo scorso anno nella Cop28 di Dubai, relativo appunto al fondo Loss and Damage che fa riferimento alla compensazione economica per le perdite e i danni che i Paesi più vulnerabili subiscono a causa del cambiamento climatico. I danni sono la distruzione d’ecosistema, la diminuzione della biodiversità e del capitale naturale. Questo accade purtroppo maggiormente per le Nazioni meno sviluppate o le piccole isole nel pacifico che non hanno risorse per adattarsi o difendersi. La Cop29 deve dunque pianificare come creare il fondo dedicato al Loss and Damage, definire il metodo di finanziamento, di distribuzione e ovviamente, oltre al come fare, anche quanto mettere a disposizione per le comunità più colpite. Il duplice obiettivo è: promuovere la resilienza degli ecosistemi naturali e garantire un supporto finanziario adeguato ad aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico.

Ma la politica climatica quanto è conveniente? Ci sono diversi punti di vista ma, se ben disegnata, può divenire un fattore di competitività per l’Europa, rafforzare una leadership tecnologica per le tecnologie green. Nel contesto geopolitico globale, l’Europa deve continuare il percorso iniziato con il Green Deal, e con il mercato Emission trading, promuovendo politiche economiche industriali, di innovazione e creazione di conoscenza. Secondo l’analisi di Climate Action Tracker le emissioni di combustibili fossili continuano ad aumentare, nonostante i Governi abbiano ripetutamente accettato di rafforzare urgentemente i loro obiettivi per il 2030 e di allineare all’obiettivo di 1,5° dell’accordo di Parigi. Nel 2023 le emissioni di gas climalteranti prodotte dal settore energetico, da quello agricolo-forestale, industriale e dai rifiuti, hanno raggiunto un nuovo record storico di 57,1 miliardi di tonnellate (Gt) di CO2 equivalente, aumentate dell’ 1,3% rispetto al 2022.

Ma torniamo a noi, siamo alle battute finali della Cop29. È stato appena pubblicato un nuovo testo sul finanziamento climatico. La presidenza della Cop29 afferma che ha spinto per un nuovo obiettivo equo e ambizioso in materia di finanziamenti per il clima, tenendo conto delle esigenze e delle priorità delle parti dei Paesi in via di sviluppo.

Cosa contiene la nuova bozza di finanziamento per il clima? L’ultima bozza del testo sui finanziamenti per il clima “richiede” un obiettivo di almeno 1,3 trilioni di dollari entro il 2035 da tutte le fonti pubbliche e private. “Decide” di stanziare 250 miliardi di dollari entro il 2035 per i paesi in via di sviluppo. Il testo “invita” inoltre i Paesi in via di sviluppo a fornire contributi aggiuntivi. Si tratta di una bozza, quindi dovremo aspettare e vedere cosa ne penseranno i vari Paesi, la trattativa è in corso. Le conferenze delle parti devono garantire il multilateralismo: sarà così?

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