SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Anche i detenuti vanno rispettati, la politica non ignori le parole del Papa

6 MINUTI DI LETTURA
8 MINUTI DI LETTURA

Chi ha vissuto un periodo in carcere porta con sé un’esperienza unica e difficile da descrivere a chi non l’ha mai conosciuta. Nelle celle si crea una comunità intensa, dove ogni giorno si condividono non solo il cibo e i compiti quotidiani, ma anche emozioni e ricordi. Ogni detenuto diventa parte di un microcosmo in cui le regole non scritte, stabilite dai più esperti, diventano fondamentali per mantenere l’ordine e la dignità, nonostante le condizioni di vita spesso precarie. Le celle, sovraffollate e fatiscenti, possono sembrare un luogo di desolazione, ma in realtà sono teatro di ingegnosità quotidiana. Ogni pezzo di legno o lattina viene riutilizzato in modi creativi per risolvere problemi pratici, rendendo la vita più vivibile. E sorprendentemente, tra i detenuti ci sono veri e propri chef che, con pochi ingredienti, preparano piatti che spesso superano le aspettative di chi mangia all’esterno.

Ma nonostante questi momenti di solidarietà e creatività, c’è un’ombra che incombe: il sovraffollamento. Le celle, già inadeguate, diventano un vero e proprio inferno, contribuendo a una situazione di stress insostenibile. I numeri parlano chiaro: il tasso di suicidi tra i detenuti è allarmante e rappresenta una tragedia che non possiamo ignorare. Ogni vita spezzata è una vita di speranza e di potenziale perduta. È giunto il momento di affrontare con serietà questo problema. Dobbiamo chiedere a gran voce un cambiamento: più risorse per le strutture penitenziarie, maggiore attenzione alle condizioni di vita e, soprattutto, politiche efficaci per ridurre il sovraffollamento. Ogni detenuto merita una chance di rieducazione e reinserimento, non una condanna a vita in condizioni disumane. Facciamo sentire la nostra voce, perché nessuno dovrebbe sentirsi così solo e abbandonato, né dentro né fuori da quelle mura. Insieme, possiamo fare la differenza.

In questo contesto, si inserisce l’importante appello di papa Francesco, il quale ha recentemente aperto la Porta Santa nel carcere di Rebibbia, un gesto simbolico che invita alla riflessione e alla redenzione. La scelta di questo luogo evidenzia la necessità di riforme significative nel trattamento dei detenuti. Inoltre, la Messa del Giovedì Santo celebrata presso il carcere di Regina Coeli ha messo ulteriormente in luce il bisogno di un approccio umano e compassionevole nei confronti dei detenuti. Con l’avvicinarsi del Giubileo dei Detenuti, previsto per il 14 dicembre, il Governo deve prendere sul serio le necessità dei detenuti. Quest’anno, il Giubileo per i detenuti rappresenta un’opportunità unica per avviare finalmente un dialogo costruttivo e implementare politiche che allevino le condizioni di vita e promuovano progetti concreti di reinserimento. È fondamentale che le istituzioni rispondano all’appello di papa Francesco, riconoscendo il diritto alla dignità di ogni individuo, anche di coloro che stanno scontando una pena. L’anno del Giubileo non deve essere solo un’occasione di celebrazione, ma una chiamata all’azione per garantire che ogni detenuto possa vedere riconosciuti i propri diritti e le proprie speranze di un futuro migliore.

ARGOMENTI

attualità
carcere
giubileo
idee
papa francesco
politica

CORRELATI

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!