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Al trumpismo l’Europa risponda con la stessa forza

Avete ascoltato il discorso di insediamento del presidente Trump? Un concentrato di MAGA, (make american great again), da dare in pasto ai suoi elettori, condito con vendette personali e minaccioso, tremendamente minaccioso, nei confronti dei suoi alleati, Europa in primis. Allora, siamo pronti a confrontarci con il futuro prossimo venturo immaginato da Trump e dalla sua schiera di tecnocrati e plutocrati? La risposta, per essere al passo con la nostra classe dirigente, la prendo in prestito da una fortunata espressione del Crozza-Razzi: “Questo io non creto”. Infatti, l’aria che si respira è quella di un rimbambimento collettivo, dove l’unica certezza che appare chiara è che quando avremo deciso di reagire, ammesso che reagiremo, sarà troppo tardi.

Neppure il gesto scandaloso quanto eversivo, del saluto romano di quel Muskalzone di Elon ha suscitato reazioni importanti e degne di nota, come avrebbe meritato. Neppure la Germania. Nulla. Da noi, ci si è, addirittura, scherzato sopra declassando l’accaduto, cito le più singolari, a “un fumetto, un atto di autismo, un atto di goliardia”.

Eppure il Governo italiano potrebbe essere il più attrezzato a rintuzzare le elucubrazioni del primo Presidente condannato d’America. È o non è un governo di destra? Uso un termine da caserma per rendere l’idea: dovrebbe essere un governo ‘cazzuto’, dovrebbe avere a cuore gli interessi del nostro paese almeno al pari di quanto Trump ne ha per il suo. O no?

Solo il ministro Salvini, che è uno veloce a comprendere i vantaggi della politica da ‘slogan’, prendendo ad esempio uno dei tanti provvedimenti trumpiani, si è chiesto perché mai l’Italia deve continuare a pagare l’Oganizzazione mondiale della sanità. Non è tanto ma, almeno, è qualcosa. Se il nostro presidente del Consiglio si ricordasse che la nostra è la seconda economia d’Europa, anziché accontentarsi di essere stata invitata alla corte dell’imperatore, si darebbe da fare per scuotere la Von der Leyen dalla naftalina nella quale sembra eternamente adagiata.

Serve, e anche urgentemente, un piano di contromisure da opporre al nuovo ‘mercantilismo’ del quale l’America si sta facendo portatrice. Ma niente di tutto questo. Solo voci, sparate a cappella, da ogni angolo d’Europa. Noi l’unica cosa che siamo stati capaci di emulare sono stati i respingimenti. Peccato che questa volta si è trattato di un criminale di guerra che, avevamo arrestato su preciso ordine del tribunale internazionale dell’Aia. Cioè: prima lo arrestiamo, poi lo liberiamo e, infine, con un volo di Stato lo accompagniamo a casa sua dove, per inciso, viene accolto come un trionfatore. Il tutto, a dispetto della lenta Giustizia italiana, in 48 ore. Sul fatto ne avrete letto e sentite di tutti i colori. D’altronde, il Paese ormai è infestato da questi pseudo-giornalisti pagati per scrivere e dire cazzate. Ho talmente disgusto che non ve ne citerò alcuna.

Imbarazzanti, invece, al confine tra il ridicolo e il vergognoso le dichiarazioni di due Ministri. Secondo il ministro degli Esteri Taiani, «la Corte Internazionale di Giustizia non è la bocca della verità»; secondo il ministro degli Interni «abbiamo espulso un soggetto molto pericoloso». Ora, io credo che non ci sia nulla di più vergognoso di queste due risposte istituzionali; la prima perché ostenta l’arroganza dell’ignoranza, la seconda perché, delle due una, o le nostre carceri non sono un luogo sicuro per soggetti pericolosi oppure perché faceva comodo restituire al proprio paese questo soggetto pericoloso; allora la domanda alla quale il governo dovrebbe rispondere è: perché fa comodo restituire Almasri, famigerato criminale di guerra, alla Libia? Insomma, scimmiottiamo l’America nel suo peggio, invece avremmo bisogno anche noi di qualcuno che mutuando lo slogan trumpiano, proponesse un grande progetto europeo, ma cosa dico grande, grandissimo, anzi MEGA: Make Europe Great Again.

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