Addio a Gerardo Bianco, professore di democrazia

Sono eletto sindaco di Terlizzi il 18 giugno 1990. Tra i tanti problemi che la città vive c’è l’emergenza scolastica con il doppio turno nelle due scuole elementari. Le tre scuole medie hanno due sedi soltanto e anche qui si effettua il doppio turno, il liceo classico è ubicato in locali religiosi dai quali deve urgentemente spostarsi, l’istituto agrario ospita classi della scuola media con costi di trasporto enormi, perché si trova fuori città. Terlizzi ha due nuove scuole costruite, ai sensi della legge Falcucci, e non completate. Affronto la situazione nei primi giorni del sindacato e convoco una conferenza di servizi, allora prassi sconosciuta, con tutti i dirigenti scolastici. Assumo l’impegno che a settembre la scuola inizierà senza doppio turno, con le due nuove scuole aperte e funzionanti, con il liceo classico ubicato in una sede propria. È impresa improba, considerato il periodo di ferie. Azzardo con fede la soluzione. Mi tremano le gambe.

Il 27 luglio 1990 diventa ministro della Pubblica Istruzione Gerardo Bianco. Elio, fratello di Gerardino Capozza, segretario di Bianco, è fidanzato con Chiara, ragazza di Terlizzi. Tramite i fratelli Capozza incontro e divento amico di Bianco. Vado a trovarlo a Roma. Bianco immediatamente finanzia, per 200 milioni, il completamento dei lavori delle due scuole. I lavori di completamento proseguono per tutto il mese di agosto e il 20 settembre le due scuole sono pronte. Bianco, riprendendo una frase di Moro, mi dice: «Ogni scuola in più, un carcere in meno». Poi aggiunge: «Lavora per la scuola e risolvi tanti problemi della società».

Invito Bianco a Terlizzi. Deve inaugurare la scuola media “Aldo Moro”. La data fissata è il 17 dicembre 1990. I “miei amici” democristiani di Terlizzi, essendo io sindaco di un’amministrazione con comunisti, socialisti e socialdemocratici che vede la minoranza Dc all’opposizione, mettono in giro la voce che il ministro non verrà. Alcuni deputati baresi lo avvicinano alla Camera e gli intimano di non venire perché sono un eretico che ha fatto la Giunta con i comunisti di Nichi Vendola. A Terlizzi è ormai certo che Bianco non verrà. Domenica 16 dicembre 1990 la città è colpita da un nubifragio. Vivo momenti di incertezza. Se il ministro non viene sarò screditato come sindaco. All’ora di pranzo, mentre diluvia, squilla il telefono di casa, i cellulari non li conosciamo. È Bianco che mi assicura che la mattina successiva sarà a Terlizzi. Aggiunge: «Mi hanno detto di non venire. Io sono ministro della Repubblica, non di un partito e inaugurare una scuola è vita». Emozionato ringrazio. Dopo un po’, altra telefonata. È Vito De Leo, capo gabinetto del Comune di Terlizzi. Mi informa che i locali d’ingresso della scuola da inaugurare sono pieni di fango e acqua. Alle 16 con Vito, vigili, dipendenti comunali e il preside Vittorio Zinni liberiamo la scuola da acqua e fango. Alle 23 non piove più. Il paese è allagato, ma la scuola è in ordine. Il giorno dopo, con centinaia di bambini festanti, il vescovo don Tonino Bello, il provveditore Giuseppe Brienza, tantissimi maestri e cittadini, il ministro Bianco taglia il nastro inaugurale. A Terlizzi termina il doppio turno nelle scuole dopo trent’anni. Fa freddo, ma i cuori sono riscaldati dal sorriso del ministro che svolge un intervento mirabile sulla funzione educativa della scuola.

Negli anni a venire con Bianco i rapporti continuano. Spesso è a Terlizzi. Sono con lui quando sfida Berlusconi, Buttiglione e i tanti democristiani che vanno nel centrodestra, diventando segretario nazionale del Ppi, la cui sezione di Terlizzi inaugura nel novembre 1996. Soprannominato Jerry White, è coltissimo, docente universitario, parla latino e greco correntemente. Un vero democratico, signore della politica. Nel 2006 ci ritroviamo in Parlamento, io mi sento piccolo, ma Gerardo, abbracciandomi, mi ricorda che il Parlamento è la casa degli italiani. Ciao, Gerardo, come mai sono riuscito a chiamarti, anche se sempre me lo hai rimproverato.

Gero Grassi è ex parlamentare

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