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Voto ai sindaci con fine vita e le regole senza regole delle regioni

L’impazzimento delle nostre Istituzioni regionali ha raggiunto limiti che rasentano il grottesco. In Puglia il Consiglio regionale vota una leggina “scansa Sindaci” per dissuadere primi cittadini di piccoli e grandi Comuni dal candidarsi ed arricchire il consesso regionale di esperienze amministrative, idee, progettualità necessarie in questo particolare momento storico.

I prodi consiglieri in carica pur di salvare la “cadrega” di bossiana memorai ordiscono un arzigogolato piano con richiesta di dimissioni del Sindaco candidato con sei mesi di anticipo sulla data delle elezioni ancora da indire. Un disastro totale.

In Toscana i Consiglieri Regionali a maggioranza si trasformano in legislatori mondiali con una legge sul “fine vita” davvero irrazionale. Il tema del fine vita, roba da far tremare le vene ai polsi, dovrebbe essere l’occasione di una grande riflessione europea a tutto tondo e non l’iniziativa regionale che dovrebbe invece occuparsi dei piccoli Comuni toscani, del disastro della viabilità e del futuro dell’Appennino toscano. Un vero assaggio della meloniana riforma appellata: “autonomia differenziata”, un melodramma iniziato con la riforma sbagliata di dalemiana memoria del Titolo V della nostra Costituzione. Secondo il legislatore toscano puoi decidere il fine vita in Toscana mentre non lo puoi fare nella vicina Emilia Romagna oppure in Sicilia o in Veneto. Una torsione istituzionale e sociale sgradevole che offende e umilia il ricordo del Prof. Roberto Ruffilli e della sua grande proposta inascoltata di Riforma ordinata delle istituzioni italiane di ogni ordine e grado.

Temi enormi che riguardano la partecipazione democratica, il diritto di rappresentanza nel caso pugliese. Temi etico-morali enormi nel caso toscano che necessitano di una doverosa riflessione del Paese nella sua interezza. L’imbarbarimento del confronto politico ridotto a “ ring social”, l’assenza di un pensiero politico strutturato, la mediocrità di una classe dirigente inadeguata e sempre più distante dalla gente comune chiamata a fare i conti in tasca con un livello medio della qualità della vita che tende sempre di più verso il basso. «Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera se non nascerà un nuovo senso del dovere» il richiamo potente di Aldo Moro.

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