L’IA negli ultimi tempi è al centro dei nostri interessi. In ogni campo di applicazione si studiano costi e benefici. Tale strumento potrebbe essere utile per la crescita delle imprese tenendo conto che i processi decisionali aziendali sono incentrati sui dati, e il quantitativo di questi ultimi spesso rende difficoltosa l’elaborazione e le interpretazioni. La difficoltà risiede nella complessità del processo di elaborazione ed interpretazione per cui spesso occorre ricercare le correlazioni tra le fonti di informazioni per addivenire a quelle decisioni che possono migliorare sia gli aspetti endogeni dell’impresa che le interconnessioni con l’ambiente produttivo esterno. Per tal ragioni con un gruppo di studenti – composto da Marco Murdaca Donato De Pasquale e Francesco Nacci – del corso di Data Science laurea magistrale in Economia e Management Lum è stata condotta un’indagine conoscitiva con l’obiettivo di indagare, seppur in maniera empirica, la fattibilità dell’implementazione di sistemi di IA in contesti aziendali complessi.
L’indagine svolta su un campione di 36 aziende, attraverso la somministrazione di un questionario, vuole individuare le ragioni e il sentimento dell’impresa dinanzi alla tecnologia dell’IA e comprendere se questa viene considerata un’opportunità o una minaccia. Sono state selezionate 36 aziende identificate con due tipologie, B2B (business to business) e B2C (business to consumer), tale scelta è dettata dalla differenza di marketing adottata, nel primo caso l’impresa prevede visioni strategiche ragionate basandosi su dati raccolti, nel caso del B2C si focalizza sulla fidelizzazione del cliente avendo da gestire come variabile aleatoria l’impulsività di quest’ultimo.
La percentuale di utenti che usano l’IA, il 36,84% B2C e il 63,16% B2C, mentre per coloro che non utilizzano l’IA, il 52,94% B2C rispetto al 47,06% B2B. Per quanto attiene alle figure professionali che utilizzano i sistemi di Intelligenza si riporta che il 66,67% siano impiegati, l’11,11% siano Quadri e il 22,22% sia affidato ai dirigenti aziendali.
In riferimento al periodo di inizio dell’utilizzo, il 22,22% si è approcciato nell’anno 2019-2020, il 33,33% nell’anno 2020-2021, l’11,12% nel 2021-2022, il 27,78% degli intervistati nell’anno 2022-2023 e il 5,56% solamente nell’anno 2023-2024. La pandemia ha contribuito alla repentina accelerazione di introduzione e adozione di nuovi strumenti tecnologici anche per la ricerca di soluzioni per evitare la riduzione del volume d’affari e l’interruzione del servizio con perdite della clientela. In riferimento alle aree aziendali in cui è stato implementato l’utilizzo di IA, i dati mostrano come le maggiori aree di interesse coinvolte nell’implementazione siano l’area marketing e vendite e l’area ricerca e sviluppo attestandosi tutte al 13,33% mentre solo l’11,67% ha coinvolto l’area dell’IT e sicurezza informatica. Tra le possibili cause per cui non si utilizza l’IA risulta il costo come barriera e la mancanza di conoscenza, come tra i motivi principali per cui non si utilizzano risulta la mancanza di formazione adeguata, non a caso circa l’87,5% degli intervistati dichiara di non aver mai partecipato a workshop o corsi di formazione. Dall’analisi conoscitiva risulta che le aziende temono soprattutto l’applicabilità dello strumento di Intelligenza artificiale per la non conoscenza dell’argomento, che dunque spicca come il limite più forte.
Scopo dell’indagine conoscitiva è dunque vagliare la percezione del livello di fiducia e la determinazione delle imprese nei confronti di uno strumento che permette il miglioramento della posizione competitiva dell’impresa. I dati dimostrano che la percezione sugli strumenti di IA sia rivolta verso una fiducia più come forma di aiuto che come vero e proprio driver. Si è inoltre indagato l’aspetto etico e i timori che accompagnano questa nuova tecnologia, soprattutto il timore che l’uomo possa essere presto sostituito dalla stessa. Sembrerebbe esserci timore, soprattutto da parte dei lavoratori, in questo scenario di possibili cambiamenti, legato al timore di perdere il posto di lavoro e di non essere in grado di reinventare la loro vita al fianco di una intelligenza artificiale che sostituisca la logica umana.
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