Vieni a ballare in Puglia, canta Caparezza. Vieni a scaricare in Puglia e precisamente in Capitanata, canta allegramente il malaffare. Il mondo oscuro che fa del rifiuto il business del secolo, integrandolo con riciclaggio di danaro sporco, cocaina e armi in quantità industriali. Un fiume carsico di ingegneria finanziaria dell’anti stato attraversa il nostro Mezzogiorno d’Italia. Le province di Foggia, Benevento, Avellino e Potenza il quadrilatero dell’oro che puzza. Ma si sa, i romani amavano dire: “pecunia non olet”. E se lo dicevano i romani avrà pure un senso oggi.
Stiamo ai fatti. In Puglia sono state sequestrate 6.529 tonnellate di rifiuti. Sono state emesse 269 ordinanze di custodia cautelare, con 754 persone denunciate e 122 aziende coinvolte. 25 mila tir fantasma hanno attraversato in lungo e largo i nostri territori. Le Dda di Bari e Lecce hanno accertato 137 episodi di smaltimento rifiuti misti abbandonati nei terreni agricoli. In alcuni casi rifiuti addirittura differenziati che entrano nel ciclo per poi finire nelle campagne pugliesi. Nel ciclo del cemento siamo al 3 posto per smaltimento illegale con 755 infrazioni accertate (l’8,9% sul totale nazionale). In una speciale classifica nazionale la Puglia è al terzo posto con 3.042 reati accertati (il 9,9% sul totale nazionale. 948 sequestri effettuati, 2714 persone denunciate e 62 arrestate. Numeri freddi che testimoniano plasticamente lo stato dell’arte di una condizione di estremo disagio in cui versa la campagna meridionale e quella di Capitanata in maniera particolare.
Per non parlare della Valle dell’Ofanto su cui bisognerebbe davvero accendere un riflettore europeo. Il mondi rurale dall’Irpinia al Sannio dai Monti Dauni al Vulture Melfese è letteralmente sotto lo schiaffo di queste azioni delinquenziali che minano alla base le residue possibilità di crescita di questa terra. Il Procuratore della Repubblica di Avellino, Domenico Airoma, da mesi sollecita una riflessione seria sull’arroganza e prepotenza sempre più evidente di gruppi malavitosi che hanno fatto il salto di qualità ed utilizzano tecniche di “ingegneria finanziaria” connessa a strumenti di intelligenza artificiale. Le forze dell’ordine, lo Stato è chiaramente in difficoltà nonostante l’enorme lavoro come i dati ampiamente dimostrano. Cosa fare ? Quali soluzioni trovare per affrontare e vincere questa sfida enorme.
A dare un colpo importante alle mafie è stato sicuramente l’utilizzo del 41Bis e allora perché non ragionare sulla estensione al reato ambientale di abbandono dei rifiuti del 41 bis. 25mila tir non sono noccioline in giro per la nostra terra e probabilmente il migliore deterrente allo stop dei tir del veleno è proprio la certezza del carcere duro alla base per chi trasporta. Poi occorrono strumenti di intelligence preventiva e qui potrebbe tornare utile il lavoro dell’Università di Foggia con il corso di “Scienze Investigative”. Una governance unica del fenomeno criminale a livello meridionale. Una concreta azione dei livelli istituzionali di ogni ordine e grado a partire dai Comuni dove si concentra la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti con un tracciamento serio ed un controllo in uscita ed in entrata nei centri di raccolta territoriali.
Un “governance” dei Sindaci vera su questo tema in una condizione di “atto emergenziale” per 5 anni dove il sindaco ed il Presidente di Regione hanno pieni poteri di controllo, verifica ed azione sul fenomeno delinquenziale dal punto di vista istituzionale in sinergia con le forze inquirenti preposte dello Stato. Il Consiglio Comunale di Foggia, diventi l’occasione per istituire delibere in grado di coinvolgere i Comuni capoluogo: Foggia, Avellino, Benevento e Potenza. Le Regioni: Puglia, Campania e Basilicata e gli oltre trecento piccoli Comuni di queste province.
Bentornato,
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