L’indegno teatrino dei partiti

Il via libera alla nomina di Raffaele Fitto e Teresa Ribera in Commissione europea, non ancora giunto nel momento in cui il nostro giornale è andato in stampa, sarebbe un’ottima notizia per l’Europa. Soprattutto perché consentirebbe all’Unione di rimettersi in moto e di affrontare una serie di complicati dossier.

E invece i partiti che fanno? Prima si dividono anche su un nome autorevole come quello del ministro italiano del Pnrr, “colpevole” di appartenere al gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, poi annunciano un’intesa che puntualmente finisce per sgretolarsi.

Non sono bastati giorni di trattative, veti incrociati e chiarimenti sul perimetro della coalizione che sostiene la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen? Come se l’Europa potesse permettersi di rimanere paralizzata dai soliti teatrini della politica. Invece oltreoceano c’è un presidente neoeletto che promette il ritorno ai dazi, Russia e Ucraina continuano a bombardarsi con conseguenze devastanti anche per il Vecchio Continente e il Mediterraneo è solcato da centinaia di migliaia di disperati in fuga da fame e guerre, senza dimenticare i nodi irrisolti di transizione green, politica industriale e diseguaglianze.

Con tutti questi problemi, i partiti continuano a litigare rallentando l’insediamento della Commissione e minando la credibilità delle istituzioni europee. Tutto quello che succede da decenni in Italia, si ripete in Europa. Peccato che nessuno ne sentisse il bisogno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version