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La scuola riparte tra grandi sfide e speranze per il futuro

Entro il 16 settembre, in tutte le regioni italiane, il nuovo anno scolastico ha inizio. Milioni di studenti tornano a varcare la soglia delle loro scuole. È un rito che si ripete, eppure non è mai uguale a sé stesso: è un Paese intero che rimette in moto il proprio futuro. La scuola, infatti, è la più grande infrastruttura di speranza che può contribuire a dare un senso al presente e nutrire il futuro.

Il nuovo anno non sarà privo di difficoltà. La prima grande questione riguarda le disuguaglianze educative: esistono divari profondi tra regioni, scuole, aree urbane e periferiche. In una società fondata sul principio di uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.), è intollerabile che il diritto allo studio sia ancora condizionato dal codice di avviamento postale. La scuola deve essere presidio di equità, capace di contribuire a rimuovere gli ostacoli economici e sociali che, limitando la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

Un secondo fronte riguarda la trasformazione digitale. Gli studenti vivono immersi nei social e guardano con familiarità all’intelligenza artificiale. Ma possedere strumenti non significa saperli usare. La scuola deve educare a un uso consapevole e critico delle tecnologie, evitando che i ragazzi diventino consumatori passivi o vittime di manipolazioni e dipendenze.

Non meno urgente è il benessere degli studenti. Ansia, stress, fragilità e abbandono scolastico sono una sfida aperta. Non basta istruire: occorre prendersi cura delle persone, creare ambienti scolastici accoglienti e coltivare relazioni che favoriscano lo sviluppo dell’intelligenza emotiva.

Non va trascurata la valorizzazione dei docenti. Senza insegnanti riconosciuti, motivati e sostenuti nella formazione continua, ogni riforma educativa è destinata a restare incompiuta. Restituire prestigio alla figura del docente significa riconoscerne il valore strategico per il futuro del Paese.

La scuola italiana non è solo un elenco di emergenze. Accanto alle ombre, non mancano luci: tanti insegnanti che, giorno dopo giorno, si spendono con dedizione, trasmettendo entusiasmo e curiosità agli studenti. Altro elemento distintivo è l’attenzione all’inclusione: negli anni, la scuola ha costruito percorsi per accogliere le diversità, trasformandole in una ricchezza collettiva. A ciò si aggiunge la vitalità di esperienze innovative — laboratori, progetti sperimentali, percorsi interdisciplinari — che rendono le aule spazi vivi e dinamici.

Accanto a questi punti di forza, restano nodi strutturali: una burocrazia eccessiva che sottrae tempo alla didattica; edifici scolastici inadeguati, con ambienti insicuri o privi di spazi accoglienti; divari territoriali che si traducono in opportunità diverse a seconda del contesto. È urgente anche ripensare curricoli e modalità di valutazione, per allinearli alla realtà dei giovani e alle sfide di un mondo in rapido cambiamento.

Nessuno può chiamarsi fuori: le istituzioni devono garantire risorse stabili e politiche lungimiranti; le famiglie collaborare con la scuola in un rapporto di fiducia reciproca; dirigenti e docenti guidare con visione e passione, mettendo al centro la relazione educativa. Agli studenti spetta la responsabilità del proprio cammino: vivere la scuola non come un dovere imposto, ma come un’occasione di crescita personale, culturale e civile.

Nutriamo la speranza che questo nuovo anno scolastico sia affrontato con fiducia e responsabilità da parte di tutti: un patto che si rinnova tra generazioni, per trasmettere saperi, ma anche per costruire comunità. La scuola non appartiene solo a chi la vive tra i banchi, ma appartiene a tutti, perché è da essa che dipende la qualità del nostro futuro.

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