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La donzelletta leopardiana per il docente che va a scuola

Si avvicina un nuovo anno scolastico, punto di partenza per rievocare una figura di leopardiana memoria, il Docente deve prepararsi al giorno di festa, al nuovo inizio, come una ‘ donzelletta’ che sia sempre portatrice di ‘virtute e conoscenza’, riscoprendo un positivismo che anche la storia letteraria ha saputo ridefinirei, oltrepassando un bieco pessimismo segno tangibile di regresso.
Aspetto essenziale del nuovo inizio è, senza dubbio alcuno, l’accoglienza dei discenti, che devono essere accompagnati nella loro scuola, nella loro classe, costruendo sedimento di appartenenza e costruendo riferimento, nel tempo scuola, oltre il tempo scuola, in continuità orizzontale con il territorio e le famiglie, quindi, oltre lo spazio fisico dell’aula.

Il discente va scolarizzato e sensibilizzato e non meramente collocato e gestito, cercando di persuadere il suo cuore per raggiungere i meandri più ostativi della sua mente, solo così si afferma l’autorevolezza di un modello educativo, a discapito di uno spirito autoritario che impone e non lascia spazio alla capacità di discernimento.

La Scuola deve essere casa, rifugio, baluardo di sicurezza, fienile di amore, e deve essere in grado di includere e integrare, evitando di trascurare, seppur a livello percettivo, un senso unitario di azione che va oltre l’individualismo.

Una comunità in cui va insegnata la nozione, attraverso la costruzione, attraverso l’approfondimento, attraverso la ricerca, attraverso interrogazioni che devono trovare risposta certa ed inequivocabile.
Che la nuova pagina sia, pertanto, foriera di soddisfazioni umane e professionali, che abbiano senso concreto e pragmatico, e non riconducibili all’alveo del superfluo o, ancor di più, all’angolo dell’effimero.
Tutti insieme si diventa comunità, al di là della provenienza, degli usi, dei costumi, evidenziando che ciascuno è funzionale ed essenziale al gruppo, che non sarebbe nobilmente definito tale con l’assenza e/o l’esclusione di taluni.

Le priorità sono le giovani generazioni, nostra traiettoria prospettica, nostra linfa, nostra essenza, altri aspetti devono risultare subalterni e complementari, da attenzionare con la giusta dovizia, ma in maniera prodromica rispetto all’essenziale. Insomma, buon anno scolastico a tutti. ( 2 -fine)

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