Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) in tema di asili nido sono fortemente a rischio.
In particolare, l’81,4% dei territori che non aveva alcun asilo continuereb8be a non averlo. Il grande paradosso sarebbe dunque vicino: anziché ridurre i divari, il Pnrr rischia di aumentare le diseguaglianze tra territori (in danno ovviamente di aree interne e piccoli comuni).
Questo dato è la prova provata che siamo di fronte ad un tempo di progettualità effimere, di programmi che hanno come obiettivo “la spesa per la spesa”, di bandi sempre più simili a vere e proprie lotterie. Mettere le risorse disponibili a bando è una scelta politicamente più facile ma significa anche innescare competizioni tra territori diversissimi chiamati a gareggiare, anche molto velocemente, in un “uno contro tutti” senza nessuna visione d’insieme.
Il risultato è esattamente l’opposto a quello auspicato: più le procedure sono veloci, competitive e concorrenziali, maggiore è il rischio di penalizzare i Comuni più piccoli, più fragili, con più difficoltà (economiche, di personale e dunque progettuali) e, alla fine, di escludere proprio quelli che avrebbero più bisogno di risorse e interventi straordinari.
Alla fine, non deve stupire il senso di responsabilità di molti amministratori locali (da non confondere con l’inefficienza) che decidono di non partecipare ad alcuni bandi per evitare di perdere tempo, di impiegare inutilmente le poche risorse umane disponibili e per non esporre l’Ente a rischi futuri soprattutto in termini di spese di gestione.
È la conferma che ai piccoli paesi non servono le competizioni o i bandi a pioggia, ma misure specifiche e mirate, una Politica che faccia la Politica, che “veda” i luoghi, che li sappia “leggere”, che possa coglierne criticità e opportunità per poter intervenire a ragion veduta e dove c’è più bisogno.
Bentornato,
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