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In finanziaria troppe scelte poco coraggiose per il meridione

L’approvazione della Legge di Bilancio 2025 ha messo in luce, ancora una volta, i limiti del nostro sistema bicamerale, ormai ridotto a mera ratifica delle decisioni governative. Il testo è stato approvato al Senato senza modifiche, bypassando il confronto necessario e lasciando al Parlamento un ruolo marginale, quando invece dovrebbe essere il centro del dibattito democratico. Questo svuotamento della funzione legislativa non solo indebolisce la rappresentanza dei cittadini, ma impoverisce la qualità delle leggi, come dimostra l’approccio prudente e insufficiente adottato per affrontare le problematiche del Mezzogiorno.

Le misure dedicate al Sud, tra cui la proroga della decontribuzione, il bonus per l’assunzione di giovani e donne e altri incentivi fiscali, sono certamente condivisibili nella loro ottica di sostegno, ma non rappresentano il coraggio necessario per trasformare il Mezzogiorno da terra di consumo a terra di produzione. Al contrario, si tratta di interventi prudenti, dettati dalla necessità di contenere i costi e rispettare i vincoli di bilancio, piuttosto che da una visione strategica. Il Mezzogiorno non può più accontentarsi di politiche tampone, ma ha bisogno di riforme shock e strutturali per invertire la rotta. Servono zone economiche speciali realmente competitive, con detassazione e decontribuzione totali per almeno cinque anni nei settori strategici, come le rinnovabili e la tecnologia, vincolando gli investimenti al reinvestimento sul territorio.

Sono necessarie infrastrutture moderne, in grado di colmare il divario con il Nord, come l’alta velocità ferroviaria e una rete energetica efficiente. Bisogna rilanciare l’istruzione e la ricerca, trasformando il Sud in un polo attrattivo per i talenti e invertendo il fenomeno della fuga di cervelli.

E occorre investire massicciamente nel welfare, con servizi fondamentali come mense scolastiche e asili nido, per favorire la partecipazione delle donne al lavoro e migliorare la qualità della vita delle famiglie.
Ogni giorno che passa senza interventi strutturali, il Mezzogiorno si svuota di giovani, competenze e opportunità, mentre le imprese lottano contro infrastrutture carenti, burocrazia oppressiva e un contesto economico ostile.

La desertificazione sociale ed economica è ormai una realtà concreta, ma la Legge di Bilancio, nella sua prudenza, non affronta questa emergenza con la determinazione necessaria.
Il Sud continua a essere considerato un territorio da sostenere con interventi di riequilibrio, ma mai come un motore di sviluppo strategico per l’intero Paese.

È tempo di cambiare paradigma. Per farlo, occorre un coraggio politico che finora è mancato e un Parlamento che torni a essere protagonista, capace di analizzare, discutere e proporre soluzioni innovative. Il fallimento del bicameralismo paralizza l’Italia, privando le istituzioni della possibilità di un confronto reale e lasciando al governo la totale discrezionalità.

La Legge di Bilancio 2025 rappresenta l’occasione mancata di inaugurare una nuova stagione per il Sud. Un’azione decisa e coraggiosa avrebbe potuto segnare un punto di svolta, ma si è scelto, ancora una volta, di rimandare. Il Mezzogiorno, così, resta in attesa del coraggio che merita, mentre il Parlamento continua a perdere la propria voce in un sistema che non funziona.

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