Il turismo pugliese in questi anni sta registrando una crescita economica importante: uno sviluppo soprattutto costiero ma anche del patrimonio artistico, gastronomico e culturale, che ha potuto contare molto sugli interventi di promozione della Regione.
Nonostante questo sostegno, c’è ancora tanto da fare in termini di programmazione e destagionalizzazione, come affrontare i problemi della domanda e dell’offerta occupazionale che strettamente s’intrecciano con la tutela della dignità del lavoro e delle garanzie di stabilità. Temi questi, già affrontati nelle diverse iniziative della Fisascat Cisl Puglia e della Cisl Puglia, a cominciare dall’ultimo confronto pubblico a Santa Cesarea Terme, con gli assessori regionali al turismo Gianfranco Lopane e al lavoro e alla formazione, Sebastiano Leo.
Troppo spesso siamo di fronte a sfide come la precarietà del lavoro, una forte stagionalità e basse retribuzioni, fino al lavoro irregolare. Consolidare in Puglia questo settore significa avere maggiore consapevolezza delle potenzialità di questo comparto, anche perché occorre favorire maggiori investimenti pubblici e privati nel settore infrastrutturale per migliorare e integrare per esempio, i collegamenti aerei e ferroviari e su gomma. Pensiamo che, per fare ciò, occorrano maggiori occasioni di confronto politico e istituzionale con le imprese in una logica di partecipazione, di proposta e ascolto, che può sicuramente migliorare le condizioni di sviluppo e di lavoro di migliaia di lavoratori, garantendo così più occupazione di qualità e migliori prospettive di crescita del settore.
Possiamo e dobbiamo costruire insieme, come parti sociali, enti bilaterali e Regione, un percorso strutturato e mirato di formazione, competenze, contrattazione decentrata, tutelando sempre più il lavoro e lo sviluppo della Puglia, mettendo sul tavolo idee e percorsi esigibili, mettendo da parte slogan di circostanza e posizioni ideologiche.
Per avere contezza di cosa rappresenta il settore, ricordiamo che, nel 2023, il 13% del Pil regionale è stato rappresentato proprio dal turismo. Dopo la difficile parentesi della pandemia, questo ha mostrato una capacità di resilienza notevole, riposizionandosi, negli ultimi periodi, ai livelli pre-crisi grazie a un tessuto economico, (seppur non ancora del tutto strutturato) fatto prevalentemente di piccole imprese, che ha svolto il ruolo da collante e volano di diversi settori produttivi come, quello agricolo, infrastrutturale, e dei servizi più in generale. La nostra regione attrae una notevole varietà di profili professionali per attività lavorative negli hotel, ristoranti, esercizi commerciali, parchi divertimento e agenzie di viaggio. Eppure, la sua stagionalità crea una domanda di manodopera che varia sensibilmente durante l’anno: i picchi occupazionali si concentrano tra giugno e settembre, periodo che registra il massimo numero di presenze turistiche.
Questo carattere stagionale porta alla diffusione di contratti temporanei e part-time, soprattutto per ruoli di ingresso e mansioni operative con problemi di mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Sebbene funzionale per le imprese, questa flessibilità limita la stabilità lavorativa di molti occupati. Il numero complessivo di imprese turistiche nella regione è oltre 330mila. Tra queste, molte piccole e medie, operano con risorse limitate, rendendo difficile ai lavoratori accedere a percorsi occupazionali a tempo indeterminato. Insomma, attualmente è una situazione che porta ad una “stabile” precarietà: nel 2023 i contratti stagionali e a tempo determinato, si sono attestati intorno al 52%, rispetto al 47% quelli a tempo indeterminato. Il turismo, quindi, si ritrova spesso a non essere abbastanza attraente per i giovani, che sono scoraggiati dai contratti a breve termine, dalle condizioni irregolari, dalla mancanza di stabilità e viene, perciò, percepito solo come temporaneo, senza reali prospettive di sviluppo a lungo termine.
Inoltre, seppur significativa, la presenza femminile è limitata. Le donne rappresentano ancora solo una fetta limitata della forza lavoro, concentrandosi in ruoli non dirigenziali e con forti difficoltà nel conciliare lavoro e vita familiare. Per la Fisascat Cisl Puglia e la Cisl Puglia, il turismo è una componente chiave dell’economia pugliese, non meno importante di altri settori produttivi, definiti primari, rappresentando un pilastro economico significativo.
La sua forza è nell’interazione economica e produttiva straordinaria con altri settori e nel sostegno reciproco con agricoltura, logistica, industria e servizi. Il futuro dipenderà dalla capacità di bilanciare l’esigenza di rispondere alla variabilità della domanda con la necessità di offrire servizi adeguati e condizioni di lavoro stabili e sostenibili, garantendo così un impatto positivo duraturo e destagionalizzato, in grado, anche, di affrontare la concorrenza anche degli altri Paesi del Mediterraneo. Per questo, è necessario puntare ad un turismo che valorizzi in maniera organica tutte le potenzialità della Puglia, predisponendo politiche turistiche regionali utili ad incentivare approcci sia pubblici che privati, purché in grado di guardare allo sviluppo ed al futuro in maniera sostenibile.
Antonio Castellucci è segretario generale Cisl Puglia. Questo contributo è stato scritto con Luigi Spinzi, segretario generale Fisascat Cisl Puglia