Si è continuano, in queste settimane, a parlare di Snai (Strategia nazionale aree interne), Pnrr, accordi di programma e chi più ne ha più ne metta.
overo Mezzogiorno d’Italia tradito oggi come allora dalle proprie classi dirigenti. Sindaci con “esse” minuscola che si vantano di aver intercettato svariati milioni di euro di finanziamenti in questi anni di Pnrr con tanto di post e Tiktok. Peccato che la realtà sia molto diversa: migliaia di giovani appena laureati scappano via.
Dei 197mila giovani “scappati” all’estero tantissimi sono meridionali che lasciano i piccoli comuni delle aree interne. Migliaia le “case murate” perché Imu e Tari per le seconde case sono diventati economicamente insostenibili per migliaia di famiglie che vivono al Nord o nei nostri stessi piccoli Comuni.
Servizi comunali azzerati, sanità territoriale estinta e scuole in procinto di chiudere. Questo è oggi il panorama disastroso che abbiamo davanti a noi. I due pilastri del Pnrr: Coesione Sociale e Riequilibrio Territoriale, miseramente falliti. Le aree più deboli, quelle marginali ad alta desertificazione demografica e di straordinaria disoccupazione letteralmente abbandonate da ogni disegno strategico (il grande assente) di un Governo nazionale assolutamente inadeguato per affrontare e vincere la sfida del Mezzogiorno del futuro.
E intanto, il ministro Foti alza bandiera bianca. La Snai è una pura eutanasia a tappe per le aree interne italiane e quelle meridionali in particolare.
L’aver ascoltato e seguito il lavori della Commissione parlamentare sulla demografia nel corso dell’audizione del ministro Foti la testimonianza plastica della povertà della politica e dell’insufficienza di una classe parlamentare scarsa.
Ancora una volta dobbiamo fare ricorsa alla nostra storia migliore a quel pensiero meridionale che fu in grado di avviare un grande progetto di sviluppo vero del nostro Mezzogiorno di concerto con la Banca Mondiale e con importanti investitori esteri nel campo energetico (energia nucleare), manifatturiero e soprattutto agricolo.
Il ministro Foti parla di “desertificazione demografica” irreversibile e non tiene conto della straordinaria opportunità delle migrazione da governare nei prossimi venti anni.
Le contraddizioni del Piano Mattei e degli investimenti da fare nei Paesi del Mediterraneo. Noi coltiviamo “l’African Dream” il sogno di un Mezzogiorno europeo protagonista nel Mediterraneo.
Al disarmo del Governo sulle aree interne occorre rilanciare con una grande “visione strategica “ per i prossimi venti anni. Il Piano “Adriano Olivetti”, una Cassa per l’Appennino, trentamila assunzioni per rilanciare la pubblica amministrazione dei piccoli Comuni e soprattutto la “Legislazione Differenziata” l’arma micidiale da mettere in campo per costruire un nuovo essere delle aree interne dentro una visione economica che parte dai territori e dalle ricchezze da valorizzare per un nuovo “miracolo economico italiano.
Le Regioni il grande buco nero che in questi anni ha letteralmente inghiottito le aree interne giorno dopo giorno.
Scuola, sanità territoriale, mobilità sociale i temi da svolgere per invertire la tendenza. Una nuova governance per i Comuni, protagonisti di un futuro da costruire insieme.
Il grande limite del nostro Sud: l’essere solisti e non invece squadra.
Negli anni cinquanta uomini come Donato Menichella (governatore della Banca d’Italia), Fiorentino Sullo (ministro dalla visione strategica) al Sud e Pasquale Saraceno (economista), Adriano Olivetti (imprenditore visionario) al Nord i protagonisti di una straordinaria stagione.
Il nostro punto di partenza che necessita però di una vera “riforma delle nostre istituzioni di ogni ordine e gradato.
Perché fallisce l’investimento al Sud? Negli ultimi quarant’anni, dal terremoto dell’Irpinia, ai Contratti d’area, alle risorse europee per le aree depresse al Pnrr di questi giorni. Fallisce perché il nostro sistema istituzionale è sbagliato. I Comuni non hanno le risorse professionali necessarie, non sono dentro una visione strategica complessiva, le Regioni sono “califfati”, la spesa per la spesa, il potere per il potere. Venti Regioni venti regole diverse. Regione che vai scuola, sanità, energia che trovi.
Caro ministro Foti, qui non ci sono bandiere bianche da alzare ma un grande lavoro da fare. La politica è visione, suggestione, immaginare un futuro che si manifesta diversamente e provare cambiare per andare oltre.
Bentornato,
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