«La Zes unica pone fine alle speculazioni che qualcuno stava facendo sui suoli, acquistandoli ad uno per venderli a dieci, creando ostacoli allo sviluppo di diverse aree oggi perimetrate in Zes». Ad affermarlo è il presidente della Zes Adriatica Manlio Guadagnuolo.
Presidente, le Zes hanno rappresentato la novità più importante tra le azioni degli ultimi anni per rilanciare le aree più in difficoltà del Paese. Quali sono i risultati più significativi conseguiti da quella Adriatica?
«In appena un anno dall’avvio dello Sportello Unico Digitale abbiamo ricevuto 137 istanze, di cui 51 già evase positivamente. Tra tutti, gli investimenti di 4 multinazionali. Tra i più rilevanti, un investimento di 90 milioni a Modugno della multinazionale Cromwell nel settore della logistica, uno di 70 milioni a Termoli della multinazionale statunitense Itt per la produzione di pastiglie per freni auto, un altro di 33 milioni a Bari di Ovs nel settore dell’economia circolare per la rigenerazione di capi di abbigliamento, oltre a quello di 26 milioni a Lecce di Deghi nel canale e-commerce. Grazie agli importanti risultati da noi traguardati, abbiamo concretamente dimostrato che con la creazione dello strumento della Zes è nata la burocrazia amica delle imprese. E la decisione del Governo di puntare fortemente sullo strumento della Zes per lo sviluppo economico, infrastrutturale e sociale del Mezzogiorno del nostro Paese ne è la riprova».
Qual è l’entità delle richieste di autorizzazione attualmente nella “pancia” della Zes Adriatica?
«Globalmente abbiamo circa un miliardo e cento milioni di investimenti, per circa tre mila nuovi posti di lavoro. Tali numeri continuano a crescere giornalmente, perché la presentazione delle istanze al nostro Sportello Unico Digitale è divenuta inarrestabile. E dal primo gennaio lo sarà ancor più, perché il territorio della Zes unica sarà oltre mille volte superiore a quello delle attuali otto Zes».
Una delle ultime autorizzazioni è quella rilasciata alla Lidl, il colosso della grande distribuzione che investirà 40 milioni di euro per un polo logistico che garantirà cento nuovi posti di lavoro. Quanto l’esistenza della Zes è stata determinante nell’attrarre questa opportunità?
«È stata risolutiva perché si è trattato di un procedimento di autorizzazione unica complesso, in variante urbanistica. Inoltre, grazie alla disponibilità del sindaco di Molfetta, ho con lui sottoscritto un accordo procedimentale per utilizzare la procedura semplificata anche per la parte dell’investimento che ricadeva al di fuori dell’area Zes. L’azione della Zes Adriatica è stata proprio quella di collaborare proficuamente e dialogare, con garbo istituzionale, con tutti gli Enti territoriali preposti al rilascio dei pareri nell’ambito del procedimento di autorizzazione unica, incontrando gli imprenditori e analizzando la quasi totalità dei progetti di investimento ancor prima della presentazione ufficiale allo Sportello Unico Digitale. In sostanza ci siamo inventati la formula vincente dello “sviluppo a chilometro zero”».
Quali sono stati i settori produttivi più interessati agli insediamenti nelle Zes?
«Manifatturiero, logistica e trasporto intermodale, energie rinnovabili, impiantistica, servizi, commerciale, economia circolare, chimico-farmaceutico e altri. La novità è rappresentata dal settore turistico, per il quale prevedo notevoli margini di sviluppo nell’ambito della Zes unica».
Secondo la sua esperienza, l’allargamento delle aree Zes all’intero territorio delle 8 regioni del Meridione d’Italia quali benefici apporterà alle imprese?
«L’ampliamento delle aree Zes è ciò che ho auspicato fin dall’inizio del mio mandato, perché i vantaggi sono ben evidenti: facilita nella ricerca dei suoli da parte degli investitori dove allocare i propri insediamenti produttivi; pari opportunità per tutte le imprese, piccole, medie o grandi che siano, perché non vi saranno più gli imprenditori “privilegiati” aventi suoli in Zes e quelli “sfortunati” non ricadenti in area Zes; inoltre, pone fine alle speculazioni che qualcuno stava facendo sui suoli, acquistandoli ad uno per venderli a dieci, creando ostacolo allo sviluppo di diverse aree oggi perimetrate in Zes».
Con la Zes unica crescerà ulteriormente dal 2024 il credito d’imposta per chi decide di investire al Sud. Cosa manca al Mezzogiorno per fare definitivamente il salto di qualità?
«Il credito d’imposta è una misura di agevolazione fiscale molto apprezzata dagli imprenditori. E ritengo che abbinandolo alla decontribuzione per le imprese, di straordinaria importanza, e agli altri incentivi e agevolazioni previsti, possa far sì che gli imprenditori possano “ritagliarsi l’abito su misura”, creando l’architettura finanziaria dei propri investimento sulla base delle proprie esigenze. Proprio per questo, ritengo che lo strumento della Zes rappresenti un’occasione imperdibile, unica e forse irripetibile per lo sviluppo economico, infrastrutturale e occupazionale del nostro meridione d’Italia».