La riforma fiscale in corso di attuazione si è posto l’ambizioso obiettivo di stringere un nuovo patto con gli italiani, per un fisco più equo e moderno. Il fil rouge che unisce gran parte delle misure introdotte con la riforma privilegia l’interlocuzione preventiva al fine di creare un clima di maggiore fiducia reciproca, che è essenziale per la crescita e lo sviluppo del Paese, per la sua maggiore competitività a livello internazionale, così come per le imprese e i professionisti che vi operano.
Lo Statuto del contribuente
In tale direzione sono indirizzate, in particolare, le novità in materia di Statuto del contribuente e di accertamento nonché la revisione del sistema sanzionatorio tributario. Gli importanti passi in avanti fatti soprattutto a livello normativo, non sempre trovano tuttavia effettiva corrispondenza nella declinazione pratica e operativa di tale rinnovato approccio. I contribuenti e, ancor più, i commercialisti che li assistono incontrano infatti ancora troppe difficoltà nel fissare appuntamenti con gli uffici dell’Agenzia delle entrate attraverso i canali telematici dedicati. Gli appuntamenti per i professionisti, in particolare per la gestione degli avvisi bonari e delle cartelle di pagamento, vengono concessi dopo diverse settimane, con una tempistica spesso più dilatata rispetto a quella concessa agli stessi contribuenti. In taluni casi, gli Uffici restano di fatto inaccessibili per giorni o settimane, rendendo oltremodo difficoltoso il confronto diretto con i funzionari dell’Agenzia. A ciò si aggiungono i ripetuti blackout nell’accesso ai servizi telematici delle Entrate che, negli ultimi tempi, si sono verificati nei giorni di scadenza di importanti adempimenti e che hanno reso ancor più complicato il lavoro degli studi professionali. Pur comprendendo le oggettive difficoltà in cui gli Uffici dell’Agenzia sono costretti oggi a operare, dovute principalmente alle carenze di organico, solo in parte colmate dalle più recenti tornate di assunzioni, bisogna tuttavia prendere atto che occorre fare di più. Da parte del decisore politico, che deve mettere a disposizione le risorse per il reclutamento del personale necessario per una più efficiente gestione dei servizi di assistenza al contribuente e ai professionisti che li assistono, nonché per il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche che devono essere in grado di garantire l’operatività dei servizi telematici anche nei giorni di scadenza, in presenza dei consueti “picchi” nelle richieste. Ma anche la stessa Agenzia delle entrate è chiamata a fare tutto il possibile per garantire ai professionisti corsie preferenziali, anche di tipo telematico, al fine di evitare disagi ingiustificati a chi si rivolge agli Uffici nell’interesse dei contribuenti assistiti e, più in generale, nell’interesse pubblico del corretto assolvimento degli obblighi tributari.
Le proposte
Occorre trovare, quanto prima, le soluzioni tecniche e normative più adeguate per risolvere tali criticità, senza le quali anche la più ambiziosa e lungimirante delle riforme fiscali, rischia di essere compromessa. Non intervenire su questi aspetti sarebbe l’errore più grave in questa importante stagione riformatrice. È l’“ultimo miglio” ancora da realizzare, ma fondamentale per dare risposta alle reali esigenze dei contribuenti e dei professionisti nei loro rapporti col Fisco.