Startup, parla Seritti (Feedel Ventures): «II Sud? È ormai un polo di attrazione» – L’INTERVISTA

Feedel Ventures ha creato una suite di software per lo sviluppo e il lancio di startup che aiuta l’azienda e le startup a intraprendere un percorso di creazione di spin-off e a sbloccare il loro pieno valore potenziale, attraverso il venture building. In particolare il team Feedel supporta le sue startup attraverso strategia aziendale, design e sviluppo tecnologico grazie a un ampio set di competenze verticali e a una profonda esperienza trasversale. Un’esperienza di successo come racconta Lorenzo Seritti, co-founder di Feedel Ventures.

Quali sono i principali campi di intervento della vostra azienda innovativa?

«La nostra sede operativa principale è Brindisi. Il nostro compito è sostenere i fondatori di altri progetti innovativi e startup in tutte le fasi di sviluppo di una nuova idea. Questo modello si chiama startup studio. Per usare una metafora immagini una piccola officina o bottega di startup che ne implementa le prime fasi a prescindere dalla tipologia di servizio che questa si propone di offrire. Aiutiamo chiunque voglia mettere in piedi un progetto imprenditoriale, sia perché non ha esperienza, sia perché non ha abbastanza competenze per affrontare determinati step necessari nel percorso. Noi siamo fondamentalmente un co-founder che li affianca attraverso un team di circa 20 persone, cercando anche all’esterno tutte quelle professionalità che il team non riesce a coprire. Dalla strategia di business, al marketing, all’intelligenza artificiale».

Come mai avete partecipato a questa edizione di Smau?

«La Regione Puglia ci ha invitato insieme ad altre realtà imprenditoriali di successo del settore e abbiamo partecipato al loro programma per incontrare altri founder e imprenditori e fare networking. È stata una bella vetrina e un modo interessante per aprirci al mercato americano».

Fino a ora quante startup avete supportato?

«Abbiamo a portafoglio al momento 17 startup, avendo iniziato solo quattro anni fa ci siamo mossi abbastanza velocemente. In più abbiamo aiutato da clienti altre 30-40 realtà. Siamo nell’ordine della cinquantina di aziende con le quali abbiamo lavorato. Queste si collocano principalmente nel nord Italia, ma anche nel Mezzogiorno e all’estero tra Germania, Olanda e adesso Stati Uniti».

Avete sede a Brindisi. Parlando di Sud quali sono i punti di forza e le difficoltà nel fare impresa qui?

«Noi abbiamo deciso di fare impresa al Sud perché crediamo nel potenziale del territorio come polo di attrazione internazionale di talenti. Una cosa di cui oggi non si parla e spesso viene accolta con molto pregiudizio. Io stesso sono della Basilicata e passa il concetto sbagliato che per riuscire ad avere successo nella vita bisogna per forza andare a Milano. Questa idea non è in linea con gli ultimi sviluppi del mercato e dell’economia digitale. Noi vogliamo far leva sulla possibilità di lavorare in luoghi anche più periferici ma con grande potenziale anche internazionale. Le difficoltà sono le stesse che si riscontrano ovunque in Italia: poca flessibilità della pubblica amministrazione, burocrazia farraginosa, tessuto imprenditoriale locale non sufficientemente dinamico e aperto alla libera concorrenza. Ma nel complesso siamo molto felici di essere dove siamo».

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