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Startup, parla Paolo Gagliardi: «Il settore in Puglia è florido, attivo e diversificato»

Ha scelto di tornare in Puglia per mettere a disposizione del territorio le esperienze maturate come commercialista, mentor e advisor di diverse startup. Da allora Paolo Gagliardi, dopo aver fondato un suo studio professionale, ha sposato i sogni dei pugliesi: da anni infatti, oltre a sviluppare modelli organizzativi e controllo di gestione per le imprese,…

Ha scelto di tornare in Puglia per mettere a disposizione del territorio le esperienze maturate come commercialista, mentor e advisor di diverse startup. Da allora Paolo Gagliardi, dopo aver fondato un suo studio professionale, ha sposato i sogni dei pugliesi: da anni infatti, oltre a sviluppare modelli organizzativi e controllo di gestione per le imprese, è accanto alle startup nelle fasi di creazione, avvio, accompagnamento e accelerazione. Dal 2015 collabora con Programma Sviluppo, organismo formativo, seguendo nelle vesti di project manager il progetto Garanzia Giovani, e nelle vesti di management board per Start Factory. Gagliardi ha dipinto un quadro di un territorio che, nonostante la scala ridotta del suo impatto economico diretto, gioca un ruolo cruciale nello scenario dell’innovazione italiana. La Puglia, con le sue strategie mirate e il sostegno proattivo alle startup, si posiziona come un modello di crescita e innovazione.

Partiamo da una panoramica nazionale: attorno a che stima si aggira il fatturato delle startup in Italia nel 2023?

«Le aziende italiane hanno generato un fatturato di circa 4500 miliardi di euro nel 2023. Le startup hanno contribuito con 7.6 miliardi di euro, rappresentando lo 0.17% del totale».

Un contributo che può sembrare abbastanza modesto per un occhio poco esperto. Ma come si possono interpretare questi numeri?

«È cruciale considerare non solo il fatturato, ma anche l’impatto in termini di innovazione e sviluppo tecnologico. Le startup sono spesso pioniere in soluzioni rivoluzionarie che trasformano interi settori. Sta in questo il loro valore aggiunto che è anche quello che crea valore a lungo termine».

E in Puglia invece? Qual è la situazione e quale l’impatto delle realtà innovative sul nostro territorio?

«La Puglia ospita 747 startup, con Bari che ne conta circa la metà del totale. Rappresentiamo circa il 4’5% delle startup e PMI innovative italiane, una cifra notevole rispetto al resto del Mezzogiorno, anche rispetto a regioni più grandi come la Campania e la Sicilia».

E in termini di sostegno regionale, quali iniziative sono state intraprese per promuovere queste realtà e permettere agli imprenditori di avviare e portare a termine in modo sostenibile i loro progetti?

«La Regione Puglia si è impegnata attivamente nel supporto alle startup attraverso vari programmi, grazie anche al supporto dell’agenzia dedicata Arti, tra cui spicca estrazione dei talenti, un’accademia di accelerazione completamente finanziata dalla Regione, che ha offerto supporto gratuito alle imprese nascenti e ai loro promotori. C’è stato anche il lancio della strategia “Mare a Sinistra”, che punta a valorizzare e trattenere talenti da tutto il mondo, incentivando il rientro dei pugliesi dall’estero e dal nord Italia e promuovendo un ambiente fertile per l’innovazione. La SmartPuglia 2030 è un altro pilastro fondamentale del percorso avviato dall’amministrazione regionale, costruendo un ecosistema che integra ricerca e industria, mentre il fondo Equity Puglia, con un investimento iniziale di 60 milioni di euro, è progettato per stimolare ulteriormente l’economia locale con un impatto stimato di 120 milioni di euro».

Quali sono i principali settori di attività delle startup in Puglia?

«Sicuramente le aree più vivaci del settore delle startup nella nostra regione sono la produzione di software, le industrie culturali e il settore afferente alla salute e al benessere. Questa diversificazione è vitale per un tessuto economico robusto e resiliente».

Come contribuisce l’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione in questo scenario?

«L’agenzia ARTI è stata fondamentale nel collegare le università, i centri di ricerca e il tessuto imprenditoriale con gli innovatori. La loro opera garantisce che tali innovazioni non rimangano isolate e fini a se stesse ma diventino parte integrante del nostro sviluppo economico senza nessuna distinzione».

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