Più che il salario minimo sarebbe più utile rendere obbligatori per legge i minimi contrattuali di ogni singolo Ccnl di categoria, unitamente alla misura di rappresentanza. Nel contempo, il Governo potrebbe, insieme a parti sociali, Confindustria e imprese, favorire i rinnovi degli stessi insieme alla defiscalizzazione. Sarebbe utile prendere come esempio l’ultimo rinnovo contrattuale dei metalmeccanici che, grazie alla clausola di salvaguardia legata all’inflazione reale, ha portato il mese scorso un aumento di 123 euro in paga base.
Peccato che quasi il 30% di questi aumenti sono tassati.
Anche perché va detto che il problema vero in Italia è il costo del lavoro totalmente a carico di imprese e dipendenti.
In conclusione sono d’accordo con il primario scopo del salario minimo rappresentato dal contrasto alla povertà con la garanzia di una retribuzione che sia proporzionata al lavoro compiuto.
Ma sarebbe un’offesa nei confronti di tutti i lavoratori attestarsi su un valore minimo di legge di 9 euro.
Riccardo Falcetta – Segretario Uilm-Bari