L’onorevole Mariangela Matera, con i suoi colleghi di Fratelli d’Italia Saverio Congedo e Guerini Testa ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla riforma dello statuto della Cassa ragionieri, sottolineando criticità presenti in alcuni suoi aspetti specifici che fanno discutere.
Onorevole Matera, con i suoi colleghi ha presentato un’interrogazione. Nel testo, tra i diversi punti, scrivete che le modifiche relative alla composizione dell’organo collegiale “non appaiono necessarie” e che non è condivisibile l’introduzione della nuova figura del Presidente, che diventerebbe un organo a sé stante rispetto al Consiglio di amministrazione, nominato direttamente dal Comitato dei delegati. Ci spiega meglio il senso delle vostre riserve?
«Il meccanismo di elezione proposto all’interno della riforma potrebbe ostacolare l’operatività e l’efficacia della governance, in quanto potrebbe verificarsi di avere un presidente eletto da un’assemblea e un consiglio di amministrazione rappresentante di una maggioranza espressione di una lista di opposizione al medesimo presidente. Questo ostacolerebbe l’operatività e l’efficacia della governance danneggiando la coesione e la capacità decisionale del consiglio medesimo. Inoltre è pure probabile che, con un sistema elettorale che non garantisca la rappresentanza delle minoranze nel Consiglio di Amministrazione, venga eletto continuativamente il candidato Presidente che sia parte di accordi e alleanze finalizzati all’elezione dell’intera compagine dell’organo collegiale e, quindi, l’elezione diretta del Presidente non introdurrebbe alcun reale beneficio né per la governance, né per gli iscritti all’associazione».
In un altro passaggio dell’interrogazione affermate che la modifica statutaria “evidenzia più il desiderio di consolidare la figura al vertice da parte del Presidente in carica che una volontà riformatrice di modernizzare l’ente”. Che cosa non vi convince di questa scelta?
«Azzerare i mandati già svolti dall’attuale Presidente, in vista di nuove elezioni con regole modificate, appare come un espediente per aggirare i limiti statutari, minando i principi di trasparenza e rotazione degli incarichi la cui applicazione è espressamente richiesta dai Ministeri Vigilanti e, così facendo, compromettendo la credibilità e l’equità del sistema associativo, perché, ammettendo tale modus operandi, alla vigilia di ogni tornata elettorale in cui si verificasse il raggiungimento del limite dei mandati consentiti, sarebbe immaginabile che, cambiando le regole, sia consentito, con qualche espediente, di modificare lo Statuto, azzerando i mandati già coperti in un determinato organo, permettendo così la ricerca del consolidamento di posizioni di potere che ostacolerebbero il ricambio generazionale e l’avvicendamento democratico nelle cariche».