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Riforma Cartabia e minori, luci e ombre: «Sempre più necessaria formazione specifica e qualificata»

La legge n. 206 del 26.11.2021 (Riforma del processo civile) sottesa al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha dato corso ad una revisione importante degli aspetti ordinamentali e procedurali in materia familiare e minorile, da tempo attesi. La riforma, tuttavia, dettata da una eccessiva velocizzazione dell’iter parlamentare, reca in sé luci ed ombre. Il…

La legge n. 206 del 26.11.2021 (Riforma del processo civile) sottesa al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha dato corso ad una revisione importante degli aspetti ordinamentali e procedurali in materia familiare e minorile, da tempo attesi. La riforma, tuttavia, dettata da una eccessiva velocizzazione dell’iter parlamentare, reca in sé luci ed ombre.

Il nuovo Tribunale della famiglia, dei minori e delle persone, il rito unificato e la concentrazione delle competenze in un solo giudice sono sicuramente una indiscutibile conquista che però mostra segnali di arretramento laddove rinuncia alla multidisciplinarietà rappresentata dalla componente non togata dei giudici onorari. Fatta questa breve premessa va rilevato che la Commissione Luiso ha valorizzato la professionalità degli avvocati, con particolare riferimento alla funzione sociale degli stessi, sentinelle dei diritti fondamentali e soggetti attivi nella tutela dei diritti all’infanzia.

In particolare, uno dei temi su cui la riforma interviene in maniera più innovativa riguarda la figura del curatore speciale del minore. La sempre più crescente rilevanza delle fonti e degli obblighi internazionali in tema di riconoscimento del minore capace di discernimento, del suo diritto all’ascolto, in quanto portatore di interessi specifici e soggetto di diritto nel processo, ha prodotto un intervento normativo aderente ai “best interest” dei minori, la nomina del curatore speciale del minore.

Il curatore speciale del minore, oltre ad avere la rappresentanza processuale del minore, nei casi di nomina obbligatoria (disposta d’ufficio dal giudice a pena di nullità degli atti del procedimento) o facoltativa (in caso il giudice rilevi una “temporanea” inadeguatezza dei genitori a rappresentare gli interessi del minore) avrà anche specifici poteri di rappresentanza sostanziale in funzione di interessi extraprocessuali, del minore, che necessitano di tutela.

Il curatore speciale del minore quindi potrà essere d’ausilio per la risoluzione di gravi conflitti e nel superamento delle paralisi che si possono verificare nei casi di affidamento condiviso e di affidamento dell’Ente, nonché operare fuori dal processo. La riforma ha quindi consolidato i poteri che il curatore speciale è chiamato ad esercitare nel processo in rappresentanza del minore, il quale è tenuto all’importante compito di ascolto del minore stesso.

L’ascolto del minore da parte del curatore speciale, che dovrà dare voce a chi non ce l’ha, rappresenta un po’ il simbolo della riforma. L’ascolto del minore, tuttavia, richiede una specifica formazione interdisciplinare per il professionista e purtroppo nemmeno la recente L.206/21 ha previsto una formazione qualificata per rivestire tale ruolo, nè tantomeno i requisiti per essere nominati curatori speciali per la conseguente creazione di registri o elenchi da tenersi presso ciascun Tribunale. Affrontando la questione da un punto di vista deontologico, va detto che l’art. 15 del codice deontologico forense prevede per l’avvocato il dovere di aggiornamento professionale e formazione continua che nel contesto familiare deve essere rispettato con particolare rigore in ragione delle delicate vicende processuali. Per tale motivazione, al di là delle previsioni normative, numerosi Ordini forensi, unitamente ad associazioni specialistiche, in tutta Italia, hanno offerto in questi mesi corsi performanti, onde consentire una adeguata formazione specifica e qualificata. In tale solco si inserisce la formazione offerta dall’Ordine degli avvocati di Bari che con la commissione consiliare Famiglia, minori e Persone, ha curato l’organizzazione del corso sul curatore speciale del minore, a cui hanno aderito numerosi colleghi, dimostrando grande senso di responsabilità e attenzione per una tutela a misura di “minore”.

Katia Di Cagno è avvocata e consigliera Coa, Coordinatrice Commissione famiglia, minori e persone

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