Parità, la certificazione di genere: opportunità per le aziende

La “questione femminile” e le politiche per colmare il gender gap sono ormai al centro delle Agende economiche e fiscali sia nazionali che internazionali, poiché il raggiungimento delle pari opportunità è finalmente letto come fattore di sviluppo di un Paese, sotto il profilo della competitività e della perfomance. In Italia, con una integrazione al Codice delle pari opportunità, ad opera della legge 162/2021, è stata così istituita la certificazione della parità di genere in attuazione del Pnrr ed in particolare del progetto «Sistema di certificazione della parità di genere», il cui obiettivo è la definizione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere che accompagni le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il gap con particolare riferimento alla retribuzione, alle opportunità di carriera e alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro, anche con riguardo alle lavoratrici in stato di gravidanza.

Si tratta di una importantissima opportunità per le aziende, impostata sull’ottica premiale ed incentivante piuttosto che su quella sanzionatoria. Infatti, in virtù dell’artico 5 della stessa legge, le aziende che decidano di intraprendere questo percorso certificandosi hanno diritto ad un esonero contributivo in misura non superiore all’1% e in ogni caso entro i 50.000 euro annui per ciascuna azienda. Inoltre, viene loro attribuito un punteggio per l’appunto premiale per la partecipazione a bandi e fondi europei, nazionali e regionali. La Legge di Bilancio per il 2022 ha stanziato risorse utilizzabili per interventi volti al sostegno della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, anche attraverso la definizione di procedure per l’acquisizione di una certificazione della parità di genere da parte delle imprese. Inoltre, è stato istituito un Fondo di 3 milioni di Euro per finanziare attività di formazione propedeutiche all’ottenimento della certificazione. I parametri minimi per ottenere la certificazione sono stati definiti con il Dpcm del 29 aprile 2022, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale l’1 luglio 2022, e sono quelli individuati dalla Prassi di riferimento Uni 125:2022.

Sei sono le aree che vanno valutate per verificare se un’organizzazione realizza la parità di genere ed ogni area ha un peso specifico diverso :(1) cultura e strategia; (2) governance; (3) processi Hr; (4) opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda; (5) equità remunerativa per genere; (6) tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. È previsto un monitoraggio biennale delle organizzazioni aziendali che si certificano, organizzato in maniera diversa a seconda delle dimensioni aziendali.

Orbene, il Pnrr si pone l’obiettivo di raggiungere, entro giugno 2026, almeno 1.800 aziende certificate, di cui 450 piccole e medie imprese e 1.000 che beneficeranno di assistenza tecnica mirata. Sarà dunque interessante osservare quante aziende si avvieranno seriamente e consapevolmente al processo di assessment e quante sceglieranno invece di non si adeguarsi nemmeno ai parametri minimi. Sul fronte della rappresentanza dei lavoratori, alle rappresentanze sindacali aziendali è oggi attribuito un ruolo importante nel controllo e nella verifica del rispetto dei requisiti minimi necessari al mantenimento della certificazione. Certamente, per orientare le aziende su questo percorso virtuoso di compliance, sarà necessario un grande sforzo culturale volto alla eliminazione degli stereotipi nei luoghi di lavoro ed alla valorizzazione dei talenti femminili. Bisognerà portare le imprese a comprendere – dati alla mano – che investire sulla parità di genere è elemento decisivo del business. Una volta acquisita la consapevolezza che certificarsi “conviene”, gli investimenti inevitabilmente si orienteranno su chi – nel mondo imprenditoriale – ha accettato una svolta sostenibile perché calibrata sugli obiettivi dell’azienda 2030 Onu, tra cui rientra per l’appunto il Goal 5 sulla parità di genere. Avremo modo di approfondire la tematica sotto varie prospettive e con illustri relatori in occasione del Convegno organizzato a Bari il prossimo 26.10.2022 presso la Mete Business School.

Feliciana Bitetto è presidente di Adgi sezione di Bari

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