Il Consiglio dei ministri ha recentemente approvato il disegno di legge annuale per il Mercato e la Concorrenza, introducendo significative novità per le startup innovative. Disposizioni progettate per migliorare la competitività del nostro Paese e supportare le imprese tecnologiche.
I punti principali
Il disegno di legge fissa degli elementi principali. Il capitale sociale minimo: le startup innovative devono avere un capitale sociale minimo di 20.000 euro entro due anni dall’iscrizione nel registro speciale, oltre ad avere almeno un dipendente. Durata estesa per Settori strategici: le startup nei settori strategici possono rimanere nel registro speciale fino a 84 mesi, rispetto ai precedenti 60 mesi. Incentivi per Incubatori Certificati: gli incubatori certificati possono ora beneficiare di deduzioni fiscali del 30% dall’Ires, incentivando la creazione di ambienti favorevoli alla crescita delle startup. Promozione degli Investimenti in Capitale di Rischio: nuove disposizioni mirano a favorire gli investimenti da parte di privati e istituzioni, aumentando le risorse disponibili per le startup innovative.
Innovazioni e criticità
La semplificazione nella costituzione delle startup è un aspetto molto positivo di queste nuove norme. La possibilità di costituire l’impresa direttamente online e senza costi iniziali riduce le barriere all’ingresso per gli imprenditori, facilitando l’avvio di nuove attività. L’incentivo agli investimenti in startup innovative è un altro punto di forza significativo. Questo non solo rende il mercato più attraente per gli investitori, ma fornisce anche le risorse finanziarie cruciali per la crescita e lo sviluppo delle nuove imprese. L’estensione dei benefici fiscali agli incubatori certificati è altrettanto vantaggiosa, poiché questi incubatori svolgono un ruolo chiave nel supportare le startup nei loro primi anni di vita, dalla formazione fino all’affermazione sul mercato. Tuttavia, ci sono alcune criticità che vanno evidenziate. Il requisito di un capitale sociale minimo di 20mila euro entro due anni è un ostacolo significativo per molte startup in fase iniziale. Questa soglia potrebbe escludere le piccole imprese con risorse limitate, riducendo l’accesso alle agevolazioni. Inoltre, nonostante gli sforzi di semplificazione, la normativa resta complessa e frammentata. Navigare tra i requisiti legali può richiedere consulenza specialistica, aumentando i costi e i tempi. Infine, mentre gli incentivi fiscali sono un buon punto di partenza, potrebbero non essere sufficientemente competitivi rispetto ad altri paesi europei. Questo potrebbe limitare l’attrattività dell’Italia come hub per le startup, riducendo il flusso di talenti e capitali internazionali verso il nostro paese. Un ulteriore punto di debolezza è il focus settoriale limitato. Le agevolazioni sembrano concentrarsi principalmente su settori tecnologici, potenzialmente escludendo altri che potrebbero beneficiare di supporto. Il disegno di legge annuale per il Mercato e la Concorrenza rappresenta un passo importante verso il supporto dell’ecosistema delle startup innovative in Italia. Tuttavia, è essenziale continuare a monitorare e adattare le normative per garantire che siano effettivamente inclusive e competitive a livello internazionale.
Di Paolo Gagliardi
*Esperto in startup, commercialista e CEO di Start Factory