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Mercato immobiliare, su le rendite del 2,9% in 10 anni in attesa dell’effetto Superbonus

Le rendite catastali sono cresciute del 2,9 per cento all’anno nell’ultimo decennio e si calcola che l’effetto Superbonus possa dare un’ulteriore spinta al valore delle case. È quanto si evince dai dati dell’Agenzia delle Entrate che fotografano la situazione al 31 dicembre del 2022. La crescita ha riguardato soprattutto le case economiche mentre quelle di…

Le rendite catastali sono cresciute del 2,9 per cento all’anno nell’ultimo decennio e si calcola che l’effetto Superbonus possa dare un’ulteriore spinta al valore delle case. È quanto si evince dai dati dell’Agenzia delle Entrate che fotografano la situazione al 31 dicembre del 2022.

La crescita ha riguardato soprattutto le case economiche mentre quelle di lusso hanno registrato una perdita del 5,1%. Per quanto riguarda, invece, il mercato delle compravendite, il quarto trimestre del 2023 ha registrato, secondo i dati diffusi da Banca d’Italia, una domanda rimasta debole nonostante i segnali di recupero rispetto a quello precedente. La principale ragione per cui molti agenti immobiliari smettono di vendere case è la difficoltà nel trovare finanziamenti ipotecari.

La percentuale di acquisti di immobili finanziati con mutui è molto bassa rispetto al passato. Effetto dei tassi d’interesse alti che dovrebbero scendere nei prossimi mesi, già da giugno, per volontà della Banca Centrale Europea. Come segnala sempre Banca d’Italia nella sua indagine periodica, il 27 per cento degli operatori segnala la difficoltà nel reperimento del mutuo da parte degli acquirenti tra le cause prevalenti di cessazione dell’incarico a vendere. Tale quota è diminuita rispetto al trimestre precedente, ma resta superiore alla media del periodo 2014-2019.

Tuttavia, gli operatori ritengono che ci siano segnali di miglioramento nel mercato immobiliare nei primi tre mesi del 2024, sia a livello locale che nazionale. Il mercato degli affitti, invece, si conferma ancora molto competitivo, con un’alta domanda e una bassa disponibilità di case disponibili per l’affitto, in parte a causa della preferenza dei proprietari per cessioni a breve termine.

Crescono i prezzi degli affitti

I pochi immobili in affitto, soprattutto nelle grandi città, continuano a salire di prezzo. Un trend in costante crescita dal 2022. Il saldo fra aumento e diminuzione dei canoni è rimasto sul valore massimo dall’inizio della rilevazione (46,5 punti percentuali); il rialzo proseguirebbe nel trimestre in corso per il 38,6 per cento degli agenti (contro il 4,3 per cento che si attende una riduzione), anche alla luce dello sconto esiguo (pari al 2,2 per cento) ottenuto rispetto alle richieste iniziali dei proprietari. L’aumento delle persone alla ricerca di una casa in affitto è legato soprattutto alle difficoltà in questo periodo di comprare casa.

L’effetto della direttiva europea sulle “case green”

Un impatto importante nei prossimi anni sul mercato immobiliare arriverà dalla direttiva “Case Green” adottata dal Parlamento Europeo. Un impegno nella promozione della sostenibilità e dell’efficienza energetica nel settore edilizio che richiederà, però, un ingente impegno di risorse da parte degli stati per garantirne la realizzazione. Questa direttiva, in particolare, stabilisce nuovi parametri per la costruzione di edifici residenziali, con l’obiettivo di ridurne l’impatto ambientale.

A partire dal 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a impatto energetico zero. Dovranno essere progettati e costruiti in modo tale da consumare energia pulita in quantità pari a quella prodotta. Sarà necessaria più attenzione all’isolamento termico e all’utilizzo di pannelli solari. Molti edifici italiani sono classificati come “F” e “G”, che sono le categorie energetiche più basse e, dunque, le più inquinanti. Dovranno essere adeguati per conformarsi ai nuovi standard il che potrebbe comportare costi aggiuntivi per i proprietari di immobili. E’ proprio qui che dovranno intervenire le politiche statali che, tra sgravi e detrazioni, dovranno trovare nei prossimi anni gli spazi necessari nei propri bilanci. Una operazione non facile per paesi come l’Italia che già con il Superbonus ha messo in campo ingenti risorse che richiederanno diversi anni per essere ammortizzate.

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