L’educazione finanziaria si conferma oggi più che mai uno strumento essenziale per costruire un futuro prospero e consapevole, sia a livello individuale che collettivo. Come fondatrice di WorkAtWallStreet.it, startup impegnata nell’informazione e nella formazione finanziaria, ho constatato quanto questa tematica sia ancora troppo spesso trascurata in Italia, nonostante la sua importanza cruciale per la stabilità economica e sociale del Paese.
I dati internazionali più recenti rivelano una situazione allarmante: l’Italia si colloca sistematicamente agli ultimi posti nelle classifiche globali dell’alfabetizzazione finanziaria, con conseguenze economiche e sociali che si ripercuotono su milioni di famiglie.
Classifiche globali: l’Italia agli ultimi posti
I dati più recenti dell’indagine OCSE/INFE 2023 disegnano un quadro drammatico per l’Italia nell’ambito dell’educazione finanziaria. Il nostro Paese si posiziona al 36esimo posto su 39 nazioni analizzate, con solo il 16,6 per cento degli adulti che raggiunge un livello minimo accettabile di alfabetizzazione finanziaria. Questa percentuale colloca l’Italia non solo agli ultimi posti tra i paesi sviluppati, ma persino dietro alcune economie emergenti: il Botswana registra il 52 per cento, lo Zambia il 40per cento, mentre l’Italia si ferma al 37per cento.
La classifica internazionale dell’alfabetizzazione finanziaria vede ai primi posti: Norvegia, Danimarca e Svezia con il 71 per cento di adulti alfabetizzati finanziariamente. Seguono Canada e Israele al 68 per cento, Regno Unito al 67 per cento, Germania e Paesi Bassi al 66 per cento. L’Italia, con il suo 37 per cento, si trova in una posizione critica che richiede interventi urgenti e strutturati.
I giovani italiani e PISA 2022
L’indagine PISA 2022 sull’alfabetizzazione finanziaria dei quindicenni conferma le difficoltà del sistema educativo. Gli studenti italiani ottengono un punteggio medio di 484 punti, inferiore alla media OCSE di 498 punti.
Questo risultato, sebbene rappresenti un miglioramento di 17 punti rispetto al 2012, posiziona l’Italia al decimo posto nella classifica dei venti Paesi partecipanti, dietro a Estonia (547), Belgio (536), Danimarca (516), Paesi Bassi (515), Repubblica Ceca (514), Austria (510), Polonia (509), Portogallo (507) e Ungheria (506).
Preoccupante è la distribuzione per livelli di competenza: solo il 5 per cento degli studenti raggiunge il livello più alto di competenza (Livello 5) contro l’11 per cento della media OCSE, mentre il 18 per cento non raggiunge nemmeno il livello base.
Questo significa che quasi un quinto dei giovani è vulnerabile non solo nelle scelte quotidiane, ma anche alle truffe finanziarie, in particolare quelle legate alla sollecitazione agli investimenti.
Un Paese a due velocità
L’analisi territoriale rivela profonde disparità all’interno del nostro Paese.
Nelle regioni del Nord il punteggio medio è significativamente superiore rispetto al Sud: mentre il Centro si allinea alla media nazionale di 484 punti, il Sud registra 448 punti e il Sud Isole 461 punti.
Questa distribuzione geografica dell’alfabetizzazione finanziaria riflette e amplifica le già esistenti disuguaglianze socio-economiche del territorio nazionale.
Il divario di genere rappresenta un’altra criticità strutturale: l’Italia è al 38esimo posto su 41 Paesi per l’alfabetizzazione finanziaria femminile, davanti solo a Romania, Cambogia e Yemen.
Le donne italiane scontano un doppio svantaggio, sia rispetto agli uomini che rispetto alle donne degli altri Paesi europei, riflettendo una realtà in cui spesso rimangono ai margini della gestione economica familiare.
L’impatto sulle famiglie
Uno studio condotto da Allianz nel 2023 ha quantificato per la prima volta i costi diretti della scarsa educazione finanziaria per le famiglie italiane. Una scarsa alfabetizzazione finanziaria costa alla famiglia media italiana 2.150 euro all’anno. Su scala decennale, questo gap di conoscenze comporta una perdita di 27.800 euro, mentre nell’arco di 30 anni la differenza può sfiorare i 128.000 euro tra una famiglia con elevata alfabetizzazione finanziaria e una con competenze limitate. Lo studio, condotto su oltre mille persone in Italia e in sei Paesi (Stati Uniti, Australia, Regno Unito, Germania, Francia e Spagna), ha rivelato che una persona con elevata alfabetizzazione finanziaria può guadagnare 2.300 euro in più all’anno rispetto a chi ha competenze limitate, un importo vicino al guadagno medio mensile per lavoratore in Italia.
Una crisi silenziosa
Il sovraindebitamento rappresenta una delle conseguenze più gravi della scarsa educazione finanziaria in Italia. Secondo dati recenti, si stima che oltre 7 milioni di persone nel nostro Paese ricadano in questa problematica, mentre secondo il Rapporto Italia 2024 dell’Eurispes, il 57,4 per cento degli italiani fatica ad arrivare a fine mese. L’identikit dell’italiano sovraindebitato è quello di un uomo sposato di circa 50 anni, del Nord Italia, con un debito medio di 28.000 euro. Il 71per cento dei casi riguarda uomini, mentre le donne rappresentano il 29 per cento. Più di uno su cinque (21%) ha un debito di 40mila euro, e il numero medio di debiti per persona è pari a 2,5. Nel 2023 sono state aperte 7.748 nuove pratiche di sovraindebitamento secondo il ministero della Giustizia, con un aumento del 15 per cento rispetto al 2022. Guardando al 2024, si prevede che l’andamento possa continuare a crescere, con un probabile aumento del 10-12 per cento nel numero di casi.
Sante Pellegrino è Financial trader founder work