L’edilizia del futuro, da un’idea del Politecnico di Bari nasce “Blokko”: i muri ora si “spostano”

Si immagini di voler spostare un muro in casa, ad esempio, per conciliare le nuove esigenze familiari degli spazi, e di farlo evitando l’abbattimento, con tutto l’inquinamento e i problemi di smaltimento che ne derivano. È anche, ma non solo, a questa necessità che alcuni professori del Politecnico di Bari hanno provato a dare una risposta, realizzando muri flessibili, rimovibili e riorganizzabili in qualsiasi momento, dotati di tecnologia impiantistica, ambientale e domotica integrata. Da questa idea è nata Blokko, una start up innovativa che la scorsa Settimana ha vinto il premio mondiale Gold GlobalWIIN 2023 per l’innovazione e l’invenzione. Alla guida di questa start-up, in qualità di Ceo, c’è Calogero Montalbano, professore di Progettazione Architettonica al Politecnico di Bari.

Professore Montalbano, come è nata l’idea proprio di una start-up innovativa?

«Blokko è nata come spin-off del Politecnico di Bari, da tre docenti di settori scientifici diversi ma tra loro profondamente integrati: oltre me, Carla Chiarantoni, professoressa di Architettura Tecnica e Francesco Piccininni, professore di Fisica Tecnica. Volevamo trasferire sul mercato i risultati della ricerca scientifica e tecnologica svolta nell’ambito dell’edilizia e del design, con l’obiettivo di creare soluzioni innovative e sostenibili per il mondo della costruzione. Era la soluzione migliore per consentire operativamente a chi fa ricerca di investire sulle proprie intuizioni e ricerche senza cederle a soggetti terzi, facendole evolvere verso livelli di affinamento utili a diventare prodotti/processo direttamente inseribili sul mercato. La spin-off, inoltre, attraverso il riconoscimento di start-up, può accedere a risorse economiche per l’implementazione della ricerca finalizzata alla ingegnerizzazione, alla validazione di mercato e alla commercializzazione».

Perché è così importante cambiare il modo di fare edilizia?

«Il mondo costruito influisce sulla qualità della vita delle persone, sull’ambiente e sull’economia. Il settore dell’edilizia è responsabile di una parte significativa del consumo di energia, delle emissioni di gas serra, della produzione di rifiuti e dell’uso di risorse naturali. Inoltre, deve affrontare le sfide poste dai cambiamenti demografici, sociali e tecnologici, che richiedono una maggiore flessibilità, adattabilità e personalizzazione degli spazi costruiti. Cambiare il modo di fare edilizia significa quindi adottare soluzioni innovative e sostenibili che possano migliorare l’efficienza energetica, la sicurezza, il comfort e la salute degli edifici, ridurre l’impatto ambientale, aumentare la durabilità e la riciclabilità dei materiali, e soddisfare le esigenze mutevoli degli utenti. Significa anche creare nuove opportunità di sviluppo economico e sociale, basate sulla creatività, sulla collaborazione e sulla valorizzazione del territorio».

In che modo il sistema brevettato da Blokko riesce ad essere più sostenibile rispetto ai metodi comuni applicati nelle costruzioni?

«Il sistema E_wall, brevettato da Blokko, è più sostenibile dei metodi comuni usati nelle costruzioni per diversi motivi. Si basa su una filiera industriale robotizzata, preferibilmente a stampa tridimensionale, ma anche, a seconda delle tipologie di materiale impiegato, a fresatura o iniezione. Questo approccio consente di realizzare elementi customizzati su richiesta, da produrre in loco o in prossimità dei territori di applicazione, senza costi economici e soprattutto ambientali di trasporto degli elementi finiti. In questo modo, si riduce l’impatto ambientale dovuto al trasporto e alla logistica dei materiali. Il sistema, poi, utilizza come materiale principale dei blocchi argille e materiali legnosi, che sono materiali naturali, rinnovabili e riciclabili. Questi materiali hanno anche proprietà termiche, fisiche e meccaniche che migliorano la sicurezza, la qualità e l’efficienza energetica degli edifici. Il sistema E_wall permette di dotare facilmente gli spazi di tecnologia impiantistica, ambientale e domotica integrata, capace di dialogare con l’uomo e il suo contesto, ed è caratterizzato da una pelle che può essere personalizzata in base alle necessità estetiche e funzionali degli spazi. Infine, E_wall permette il recupero non solo dei materiali di cui si compongono le partizioni ma degli stessi elementi costruttivi, che possono essere facilmente smontati e riutilizzati in altre configurazioni spaziali».

Che ruolo hanno le stampanti 3d nella produzione dei blocchi?

«Fondamentale nella produzione dei blocchi del sistema E_wall, perché consentono di realizzare blocchi ed elementi customizzati e su richiesta, con una precisione e una qualità elevata. Il problema è però ancora legato agli elevati costi di ingresso della stampa 3d nella produzione industriale a grande scala di elementi finiti micro-standardizzati come quelli impiegati nei nostri processi produttivi. Per questo motivo, la soluzione tecnologica adottata nel ciclo di produzione varia in base alle tipologie di materiale impiegato e pur rimanendo saldamente connessa ai processi di produzione avanzata dell’industria 4.0 e a processi di produzione robotizzata, non è esclusivamente legata alla stampa 3d».

Costa di più rispetto a costruire dei comuni divisori in muratura?

«E_wall ha un costo iniziale maggiore rispetto alla costruzione di comuni divisori in muratura, perché richiede l’uso di tecnologie avanzate e onerosi processi di lavorazione come quelli in stampa 3d. Tuttavia, ci sono vantaggi che compensano il costo iniziale e rendono il sistema più conveniente nel lungo periodo. La flessibilità, la trasformabilità e la personalizzabilità degli spazi aprono ad una vasta gamma di possibilità creative ed estetiche. La sostenibilità e la riciclabilità dei materiali permettono di ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni, aumentando la durabilità e la riciclabilità dei prodotti, e garantendo una completa circolarità nei processi di recupero. Per queste ragioni, almeno in prima fase è ipotizzabile una commercializzazione rivolta a segmenti di mercato medio-alti e del retail che troverebbero in queste soluzioni maggiori vantaggi e performance più elevate».

I professori Carla Chiarantoni e Calogero Montalbano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version