«Internazionalizzare è oramai una necessità»

Internazionalizzare l’impresa oggi è fondamentale. È quanto è emerso oggi nel corso del convegno dal titolo “Processi e strategie di Internazionalizzazione delle imprese”, per il quale si sono dati appuntamento a Bari, in Camera di Commercio, più di 100 tra avvocati, commercialisti e imprenditori. 

L’occasione è stata il secondo congresso nazionale di Will (Worldwide Independent Lawyers League), che ha promosso un momento di approfondimento, davanti ad addetti ai lavori ma anche rappresentanti dei mondi istituzionale e accademico, su analisi, strumenti e prospettive per quelle imprese che vogliono andare oltre i confini nazionali. 

Spiega l’avvocata Francesca Caretta, presidente di Will Italia, che è una necessità che nasce dalle stesse pmi: «Internazionalizzare oggi è fondamentale ma gli imprenditori chiedono un sostegno per avere una visione chiara e riferimenti certi quando decidono di fare un passo così importante. Del resto, siamo qui a Bari oggi proprio per una richiesta specifica del tessuto imprenditoriale di conoscere rischi e opportunità per intraprendere questo percorso e crescere».

L’avvocata Feliciana Bitetto, responsabile territoriale Will, sottolinea come Bari e la Puglia abbiano già realtà pronte per l’estero: «Il Made in Italy è sinonimo di qualità per il resto del mondo, soprattutto nei settori dell’agroalimentare e del manifatturiero. Tuttavia, il nostro tessuto imprenditoriale, costituito in prevalenza da pmi, deve essere preparato ed è quindi meglio farsi assistere dal primo momento». 

Il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari, Salvatore D’Aluiso, è intervenuto nel dibattito spiegando le ragioni del sostegno all’iniziativa: «L’internazionalizzazione per un’impresa non può più essere solo un auspicio ma deve essere una realtà. Di conseguenza, la figura dell’avvocato non interviene, come spesso accade, nella fase patologica del rapporto ma in quella ideativa e costruttiva a supporto di iniziative espansive delle quali poi possono usufruire non solo la singola realtà economica ma l’intero humus sociale del territorio».

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