«L’intelligenza artificiale sta ponendo le imprese al bivio di una svolta epocale nell’organizzazione del lavoro e, più in generale nel modo di fare impresa». Ne è sicuro Francesco Amendolito, avvocato e professore di Diritto del Lavoro all’Università Lum.
Professore, quale impatto sta avendo l’Intelligenza artificiale sul mondo delle imprese?
«L’intelligenza artificiale sta ponendo le imprese al bivio di una svolta epocale nell’organizzazione del lavoro e, più in generale nel modo di fare impresa. Quando si pensa all’intelligenza artificiale e al suo impatto nel mondo del lavoro l’immaginario collettivo va subito agli scenari più pessimisti: l’aumento della disoccupazione dovuto alla sostituzione dei lavoratori con l’IA. Probabilmente lo stesso pensiero balenava nelle menti dei nostri antenati agli albori della Prima Rivoluzione Industriale. Tuttavia, la storia ci ha già mostrato che l’innovazione ha anche dei risvolti positivi. Seppur è vero che, con buona probabilità, in alcuni settori, come quello manifatturiero, l’innovazione tecnologica porterà ad una graduale scomparsa delle mansioni più routinarie; è altrettanto vero che si avrà un aumento di posti di lavoro in cui sarà richiesto un ampio bagaglio di conoscenze, competenze tecniche e soft-skills avanzate, nuovo personale da impiegare in ruoli creativi, di progettazione, di vigilanza e manutenzione dei macchinari. L’Intelligenza artificiale sta richiedendo alle aziende di modificarsi per accogliere l’innovazione».
Quali sono le principali innovazioni e i settori di applicazione?
«L’intelligenza artificiale trova la sua applicazione in tutti i settori produttivi. Ad esempio quello delle risorse umane, in particolar modo nei processi di selezione del personale, nella formazione e nella valutazione dello stesso. L’IA costituisce un valido supporto per la gestione a tutto tondo delle risorse di un’azienda. In tale settore, si stanno sviluppando diversi applicativi per attività che vanno dall’organizzazione degli orari e dei turni di lavoro, nell’ottica di bilanciare le esigenze aziendali con le esigenze personali, sino alla valutazione delle performance attraverso algoritmi in grado bilanciare hard e soft skill dei lavoratori e tenere traccia degli obiettivi raggiunti».
Le aziende pugliesi sono pronte a raccogliere le sfide dell’innovazione?
«La Puglia e le aziende pugliesi, non hanno intenzione di farsi trovare impreparate: la sinergia con le istituzioni sta favorendo l’attuazione della rivoluzione tecnologica. Se da una parte, la Puglia ormai è sede di numerose aziende del settore dell’Hi-tech e, dunque, culla dello sviluppo tecnologico; d’altra parte, la Regione ha mostrato chiaramente di voler aiutare le imprese in questa sfida. Ciò è evidente dai numerosi finanziamenti stanziati, proprio in materia di innovazione tecnologica».
Ci sono anche dei rischi nell’utilizzo dell’IA nel mondo del lavoro? Se sì quali?
«Come nell’utilizzo di ogni strumento, anche con l’IA possono esserci dei rischi. Un utilizzo scorretto potrebbe avere ad esempio delle ripercussioni negative sui lavoratori, sia in termini discriminatori che di non corretta valutazione di alcune situazioni. I rischi maggiori si registrano nelle fasi di selezione e recruiting del personale, laddove, se le valutazioni dei curricula vengono affidate a dei meccanismi automatizzati, è probabile riscontrare delle valutazioni errate e discriminanti; ma anche nell’esercizio del potere disciplinare, nella valutazione e gestione dell’operatività dei lavoratori finanche ai licenziamenti individuali. Ulteriore rischio, seppur al momento più remoto in quanto derivante da sistemi di intelligenza artificiale non utilizzati in Italia, è quello relativo alla sostituzione dei lavoratori in sciopero con sistemi di Avatar o Bot. Relativamente a questo punto, sarà compito degli interpreti del diritto aiutare le aziende ad applicare alle nuove tecnologie i cardinali principi del diritto. Tuttavia, è opportuno sottolineare che l’Unione Europea è già intervenuta sul tema: nel Regolamento sull’IA dello scorso luglio, l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale nel settore del lavoro è stato inserito tra gli utilizzi “ad alto rischio”. Questo significa che la normativa europea ha previsto che gli strumenti di intelligenza artificiale in questo settore siano sempre sottoposti al controllo, oppure al riesame, umano, affinché si riducano i rischi nell’utilizzo».