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Il conflitto tra Israele e Iran fa schizzare i prezzi di oro, gas naturale e petrolio

La settimana appena chiusa, dal 9 al 13 giugno, è stata un vero terremoto per le Borse mondiali. Le tensioni tra Israele e Iran hanno fatto schizzare i prezzi di petrolio, gas naturale e oro, mentre gli investitori aspettavano con ansia le mosse della Federal Reserve (Fed) sui tassi di interesse. A Wall Street e…
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La settimana appena chiusa, dal 9 al 13 giugno, è stata un vero terremoto per le Borse mondiali. Le tensioni tra Israele e Iran hanno fatto schizzare i prezzi di petrolio, gas naturale e oro, mentre gli investitori aspettavano con ansia le mosse della Federal Reserve (Fed) sui tassi di interesse. A Wall Street e Piazza Affari, gli indici hanno chiuso in rosso, lasciando molti risparmiatori con il fiato sospeso. Ecco cosa è successo, spiegato in modo semplice.

Petrolio e gas naturale: perché sono saliti così tanto?

Le notizie di un attacco aereo israeliano contro siti nucleari iraniani, il 13 giugno, hanno messo in allarme i mercati. L’Iran è uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo, e ogni conflitto in Medio Oriente fa temere che il greggio possa scarseggiare. Risultato? Il prezzo del petrolio WTI è balzato dell’8,39%, chiudendo a 73,75 dollari al barile, mentre il Brent ha guadagnato il 7,37%, arrivando a 74,47 dollari. Ma non è solo il petrolio a preoccupare: anche il gas naturale è salito del 5,2%, con i contratti futures a 3,15 dollari per Metro cubo, spinto dai timori di carenze in Europa, che dipende molto dalle forniture globali.

Questi rialzi hanno un impatto diretto sulla nostra vita quotidiana. Benzina, diesel e bollette del gas costano di più, e questo può far salire i prezzi di tanti prodotti, dai trasporti al cibo. Per le aziende, specialmente quelle che usano molta energia, come le industrie, i costi più alti possono ridurre i profitti, mettendo pressione anche sui posti di lavoro.

Oro: il rifugio sicuro degli investitori

Quando c’è paura sui mercati, molti investitori corrono a comprare oro, considerato un “bene rifugio” perché mantiene il valore nei momenti di crisi. Questa settimana, il prezzo dell’oro è salito dell’1,48%, arrivando a 3.452,7 dollari l’oncia, vicino al record di 3.500,05 dollari. Perché succede? Con la guerra in Medio Oriente e il dollaro più debole, l’oro diventa una scelta sicura per chi vuole proteggere i propri risparmi. Questo però non aiuta le Borse, perché significa che gli investitori hanno meno fiducia in azioni e obbligazioni.

La Fed e i tassi: cosa c’entra con i mercati?

Un altro tema caldo della settimana è stato l’attesa per la prossima riunione della Federal Reserve, la banca centrale americana, in programma il 18-19 giugno. La Fed decide i tassi di interesse, che influenzano tutto: dai mutui ai prestiti per le aziende, fino ai prezzi delle azioni. Dopo un taglio di 50 punti base a settembre 2024, ora gli analisti pensano che la Fed potrebbe ridurre i tassi di altri 25 punti a novembre. Perché? I dati mostrano che l’economia USA è forte (a settembre sono stati creati 254.000 nuovi posti di lavoro), ma ci sono segnali di rallentamento, come l’aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione (258.000 nella settimana al 5 ottobre). Tagliare i tassi renderebbe i prestiti più economici, dando una spinta all’economia, ma la Fed vuole anche tenere sotto controllo l’inflazione, che potrebbe salire con i prezzi di petrolio e gas.

Per chi investe, tassi più bassi sono una buona notizia, perché le azioni spesso salgono in questi casi. Ma l’incertezza su cosa farà la Fed ha reso i mercati nervosi.

Wall Street: una settimana da dimenticare

A New York, le Borse hanno sofferto. Il Dow Jones ha perso oltre l’1% nella seduta di venerdì 13, e anche gli indici S&P 500 e Nasdaq sono scesi, con i futures che prevedono un’apertura in calo dell’1,5% per lunedì. La paura di una guerra più grande in Medio Oriente ha spinto gli investitori a vendere azioni, soprattutto di aziende tecnologiche e finanziarie. Anche se alcune banche, come Goldman Sachs, hanno pubblicato buoni risultati trimestrali, le cattive notizie dal Medio Oriente hanno avuto la meglio.

Piazza Affari: Milano in difficoltà

In Italia, il FTSE MIB, l’indice principale di Piazza Affari, ha chiuso la settimana con una perdita dell’1,28% solo nella giornata di venerdì, bruciando circa 10 miliardi di euro di valore. Tra i titoli più colpiti ci sono Nexi, Stellantis e Brunello Cucinelli. Però non tutto è andato male: le aziende petrolifere come Eni, Tenaris e Saipem hanno guadagnato grazie al boom del greggio, e Leonardo, che produce attrezzature per la difesa, ha tenuto bene. Il mercato delle banche è stato agitato da voci di possibili fusioni, come quella tra Bper e Popolare di Sondrio, ma senza certezze. Lo spread, cioè la differenza tra i titoli di Stato italiani (BTP) e quelli tedeschi (Bund), è salito a 98 punti, segno che gli investitori sono un po’ più preoccupati per il debito italiano.

Cosa significa per i risparmiatori?

Per chi ha investito in azioni, questa settimana è stata dura, ma non è il momento di farsi prendere dal panico. I mercati salgono e scendono, e le crisi geopolitiche spesso creano volatilità temporanea. Il rialzo di petrolio e gas, però, potrebbe pesare sul portafoglio di tutti, perché aumenta i costi della vita. Chi ha obbligazioni o fondi legati all’energia potrebbe vedere qualche guadagno, ma l’incertezza rimane alta.

Cosa aspettarsi ora?

La prossima settimana sarà decisiva. Gli occhi sono puntati sul Medio Oriente: se il conflitto tra Israele e Iran peggiorasse, petrolio e gas potrebbero salire ancora, con effetti a catena su inflazione e Borse. La Fed e la Banca Centrale Europea (BCE), che potrebbe tagliare i tassi a ottobre, saranno al centro dell’attenzione. A Piazza Affari, i titoli energetici e bancari potrebbero riservare sorprese, mentre Wall Street spera nei dati sulle vendite al dettaglio e nelle trimestrali delle grandi aziende.

Per chi vuole informarsi, il consiglio è seguire le notizie con calma e non prendere decisioni affrettate. I mercati sono imprevedibili, ma l’informazione aiuta a capire come proteggere i propri risparmi in tempi incerti.

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