Immaginate un giorno nel vostro studio una coppia di genitori che dichiara di volersi separare ed immaginate la vostra espressione quando i medesimi vi riferiscono di avere sette figli di età compresa tra i due e i quattordici anni.
Immaginate ancora che questi genitori si siano da poco tempo trasferiti dal sud al nord Italia e non abbiano alcun parente che possa coadiuvarli nell’accudimento della prole.
I genitori raccontano di avere orari di lavoro molto pesanti che iniziano anche alle sei del mattino.
Come disciplinereste una simile separazione?
L’unica strada percorribile quella di una separazione consensuale gestita a mezzo di negoziazione assistita, portata a compimento grazie all’impegno delle parti nonché dei rispettivi avvocati.
Si è predisposto un accordo di separazione, autorizzato dalla Procura di Pordenone in data 20 luglio 2022, con previsione di un affidamento condiviso ed una sorta di collocamento alternato dei genitori presso la casa familiare per fasce orarie per consentire ai medesimi di poter svolgere regolarmente il loro lavoro e poter poi intrattenersi, accudendoli, con i figli negli orari non lavorativi, coprendo gli orari lavorativi dell’altro.
Un accordo molto complesso con suddivisione della responsabilità genitoriale per fasce orarie, con divisione della casa familiare, nella fattispecie una villa su due superfici: un genitore nella zona tavernetta e l’altro al piano superiore.
Il genitore tenuto ad occupare il piano inferiore sarebbe salito al piano superiore solo per adempiere ai propri turni di frequentazione con i figli.
Si è concordata, oltre alla divisione per fasce orarie quotidiana, anche la previsione di fine settimana alterni dei genitori dal venerdì alla domenica in modo tale che possano godere di un proprio spazio personale per rifarsi, giustamente, una vita.
Si è concepita, poi, una gestione familiare atipica anche da un punto di vista economico, continuando la convivenza, non prevedendo un assegno perequativo ma solamente il mantenimento diretto da parte di entrambi i genitori per capitoli di spesa.
L’assegno unico universale, nel caso in esame molto elevato (€1.950,00 c.ca), è stato finalizzato a coprire le esigenze locative (pagamento del canone) e il vitto.
Tutto il resto, ovvero la copertura del vitto rimanente, il vestiario o le spese straordinarie come da protocollo del Tribunale competente, viene suddiviso tra i genitori in una diversa percentuale.
Nello specifico 70% e 30% in quanto un genitore ha un reddito maggiore dell’altro e quindi si è tenuto conto di questa disparità reddituale.
Ancora si è disciplinato l’ausilio del personale babysitter.
La spesa qui è stata ripartita in parti uguali poiché la babysitter dovrà coprire gli orari di lavoro di uno dei due genitori ed era al servizio di entrambi.
Il ricorso redatto in maniera analitica, con le modalità della negoziazione assistita, fortunatamente ha ottenuto l’autorizzazione della procura competente.
Nel suo contenuto si è anche evidenziato fosse questa l’unica soluzione possibile nella gestione dei sette figli non potendosi ipotizzare al momento, data la tenera età, l’allontanamento di uno dei due genitori conviventi dalla casa familiare.
Diversamente ci sarebbero stati: a) problemi economici rinvenienti dalla locazione di un altro immobile; b) il genitore non convivente con i figli avrebbe avuto notevole difficoltà a poter coprire l’orario di frequentazione quotidiana stabilito nell’accordo.
Sette, bastano!
Ricordate il famoso telefilm americano La famiglia Bradford degli anni ottanta?
Lì i figli erano otto ma quella era finzione.
di Cinzia Petitti, avvocato e direttore della rivista www.Diritto§Famiglia.it