«Fare tutto entro il 2026? È un target molto sfidante»

L’Italia ha raggiunto i 51 obiettivi previsti nel 2021 dal Pnrr. Un risultato che ha permesso a Bruxelles di “staccare” il primo assegno del Next Generation Eu da 21 miliardi di euro, dopo lo stanziamento preliminare di 24,9 miliardi dello scorso agosto. L’applicazione del piano prevede ritmi particolarmente serrati, a cominciare dal diktat di concludere e rendicontare i lavori entro il 2026. Una corsa contro il tempo nella quale un ruolo centrale è svolto dai progettisti che materialmente devono trasformare la disponibilità economica in idee. Le amministrazioni locali, da questo punto di vista, stanno mostrando grandi criticità, scontrandosi con l’atavica mancanza di personale che rende complicato il rispetto delle tempistiche. È questo il principale scoglio che si sta cercando di superare affinché il Pnrr non resti solo sulla carta. Per Claudio Lusa, amministratore delegato di Deloitte Business Solution, il fattore tempo sarà determinante.

Dottor Lusa, in base alla sua esperienza, quali sono i fattori di successo di una proposta e quali le insidie che si possono presentare durante la predisposizione della risposta ai bandi?
«Sono legati alla pianificazione e organizzazione delle attività per la scrittura della stessa con le giuste tempistiche. Le opportunità del Pnrr hanno delle finestre temporali precise, che, ad esempio, si aprono con procedure a sportello, e vanno colte con tempestività e adeguata preparazione. Per ogni procedura di bando, le risorse stanziate sono limitate e le organizzazioni che ne fanno richiesta sono numerose, bisogna quindi preparare delle proposte competitive. Le proposte devono perciò dimostrare un impatto concreto sul sistema socioeconomico nazionale, oltre che presentare componenti fortemente innovative e sostenibili».
Basta un progettista per partecipare a un bando?
«È importante costruire dei team multidisciplinari che includono da un lato esperti di settore e leader di innovazione, dall’altro professionisti con competenze di coordinamento e project management, al fine di riuscire a orchestrare l’inteso lavoro che si rende necessario per la preparazione di una proposta vincente e facilitare la comunicazione tra la vasta platea di attori coinvolti».
Quanto è importante il monitoraggio attivo delle opportunità tra i fattori di successo per l’ottenimento di finanziamenti?
«È essenziale perché consente di individuare tempestivamente le opportunità di finanziamento. Infatti, lo scouting dei fondi identifica le migliori opportunità per le necessità e le aree di interesse dell’organizzazione richiedente, restituendo periodicamente un quadro completo ed esaustivo dei requisiti dei bandi per una valutazione specifica (soggetto attuatore, target, obiettivo, interventi finanziati, modalità di attuazione, scadenze e timeline, ambito di interesse, livello di priorità, beneficiario, ..)».
Quali sono le principali attività che vi vengono richieste?
«Il coordinamento della complessa platea degli attori coinvolti, il supporto alla redazione e alla predisposizione della documentazione tecnica e finanziaria specifica, la definizione della pianificazione per le attività di strutturazione della proposta e la gestione delle comunicazioni con le organizzazioni di finanziamento coinvolte».
State riscontrando un’alta partecipazione ai bandi?
«Sì, su tutto il territorio italiano. Stiamo supportando attivamente clienti appartenenti a diversi settori ed in particolare molte Università».
Quali sono i settori che attraggono più partecipazione?
«Spaziano dall’industria energetica, all’innovazione tecnologica e dei servizi».
L’Italia, secondo lei, riuscirà a rispettare i tempi imposti dall’Ue, in particolare la scadenza del 2026?
«È un target molto sfidante. È difficile fare una previsione ad oggi, anche in considerazione di tutti gli accadimenti che al momento della fissazione della scadenza non erano prevedibili. È probabile che il target si potrà raggiungere facendo ricorso ad alcuni accorgimenti tecnici, come l’inserimento di progetti coerenti – sarebbero progetti che hanno caratteristiche compatibili con quelli previsti dal Pnrr ma già cantierizzati a valere su altre fonti di finanziamento nazionale- soprattutto per la parte relativa alle infrastrutture».

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