Carceri: suicidi, violenza ed evasioni. A livello regionale il sovraffollamento ha raggiunto il +150%

I quotidiani, in queste ultime settimane, ci restituiscono un’immagine preoccupante della salute delle carceri in Puglia: dai due suicidi, in meno di dieci giorni, nella Casa circondariale di Foggia, con entrambi i detenuti che sono stati ritrovati impiccati nella propria cella dalla Polizia penitenziaria; alle aggressioni tra detenuti e verso il personale, all’interno del carcere di Taranto. Non si possono non ricordare poi le evasioni avvenute a Trani e i fatti, violenti, che hanno contraddistinto la prima fase, concitata, della pandemia, con le rivolte a Bari, Brindisi, Foggia, Lecce e Melfi. La situazione è ormai allarmante: alla denuncia della Polizia penitenziaria, si uniscono anche Antigone e il Garante regionale, evidenziando tutti sia la carenza di agenti, l’insufficienza di risorse, che l’inadeguatezza dei servizi. Secondo il Sindacato autonomo polizia penitenziaria, dal 2021 ad oggi, si sono registrati ben 530 atti di autolesionismo, 5 suicidi, 92 tentativi di suicidio, 322 aggressioni di cui 70 sfociate in lesioni. Anche i dati del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, del resto sono chiarissimi in tal senso: al 30 aprile 2022, sono presenti ben 3.900 detenuti con un sovrannumero di oltre 1.000 unità rispetto ai posti regolamentari. Tale tasso di sovraffollamento, pari al +150%, è un dato eccezionale rispetto alla situazione delle altre regioni, e come è stato annunciato in diverse occasioni, è sicuramente un dato destinato a crescere. La cronicità del sovraffollamento interessa peraltro più strutture: Bari, con 430 detenuti presenti (su 283 posti disponibili), e Foggia con 543 presenze (rispetto a 365 unità regolamentari). I dati più allarmanti si segnalano, tuttavia, su Lecce e su Taranto, con un esubero di oltre 200 unità per struttura (Lecce: con 1.157 su 806 e Taranto con 715 su 500).

Ad una visione qualitativa della popolazione carceraria, emerge inoltre che nelle carceri pugliesi vi sono ristrette solo 176 donne (4%), dislocate tra la Casa di reclusione femminile di Trani (46), la Casa circondariale di Foggia (27), la Casa circondariale di Taranto (35) e, nel più alto numero, nella Casa circondariale di Lecce (68). Il numero degli stranieri è assolutamente contenuto, con una presenza complessiva pari al 14,8% (578). Inoltre, il 64,9% (2.532) dei detenuti è recluso in esecuzione di un titolo definitivo; solo il 15% (619) è in custodia cautelare in fase avanzata di appello o cassazione; mentre un 19% (745) di detenuti è in attesa di giudizio di primo grado). Se il dato intramurario dà il segno di un eccesso di carcerizzazione, anche il dato sull’accesso alle misure di comunità desta qualche perplessità: al 30 aprile 2022, solo 6.000 persone risultano in carico agli Uffici Esecuzione Penale Esterna. Il 58% di utenti sta scontando una misura, ma non necessariamente alternativa, dato che da tale numero dovrebbero essere scomputati la messa alla prova e i lavori di pubblica utilità concessi in fase processuale.
* Avvocata e componente Osservatorio carceri dell’Unione Camere Penali italiane

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