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Borse internazionali sulle montagne russe tra guerre commerciali e sul campo

La passata settimana borsistica negli Stati Uniti, è iniziata con i mercati che hanno puntato i dati sull’inflazione; alla fine sia il dato sull’inflazione che quello dei prezzi alla produzione sono risultati più morbidi del previsto sul fronte mensile, rafforzando la tendenza alla disinflazione. Le fibrillazioni Alla prova dei fatti, l’IPC annuale è salito al…
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La passata settimana borsistica negli Stati Uniti, è iniziata con i mercati che hanno puntato i dati sull’inflazione; alla fine sia il dato sull’inflazione che quello dei prezzi alla produzione sono risultati più morbidi del previsto sul fronte mensile, rafforzando la tendenza alla disinflazione.

Le fibrillazioni

Alla prova dei fatti, l’IPC annuale è salito al 2,4%, appena sopra il 2,3% di aprile, lasciando gli operatori cauti. La cautela si è trasformata in ansia giovedì sera, quando Israele ha lanciato un attacco diretto ai siti nucleari e militari iraniani, facendo crollare i futures durante la notte e annullando i precedenti guadagni settimanali. Gli economisti affermano che il picco dell’inflazione legato alle guerre commerciali statunitensi non si è ancora materializzato nei dati economici, ma è ancora in arrivo. L’indice di incertezza della politica economica ha raggiunto il livello mensile più alto mai registrato negli Stati Uniti, un segnale che i consumatori probabilmente potranno limitare la spesa, così come le imprese ridurranno o rinvieranno gli investimenti, provocando una compressione anche per le richieste di lavoro. Tuttavia, il sentiment dei consumatori è salito al livello più alto degli ultimi mesi, segnalando una resistenza economica di fondo e quindi una forte resilienza agli urti di variabili ad alto impatto, come gli elevati rendimenti sul decennale.

Le prossime mosse

In prospettiva, tutti gli occhi sono puntati sulla decisione del FOMC sui tassi di interesse di mercoledì. Con il mercato chiuso giovedì per la festa di giugno, gli operatori avranno a che fare con una settimana ridotta. La Fed sarà più prudente di fronte al raffreddamento dei dati o rimarrà cauta di fronte alle persistenti pressioni inflazionistiche? Dal punto di vista dei Market Movers, le tensioni in Medio Oriente hanno spinto il petrolio sopra i 70 dollari alla fine della scorsa settimana, alimentando una forte richiesta di titoli energetici. In raccordo a queste notizie, si può affermate che l’incertezza continua ad essere ancora la parola chiave, perché gli investitori si stanno preparando alla riunione di due giorni della Federal Reserve con un’ampia fascia di incertezza in merito all’andamento futuro dell’economia statunitense, dell’inflazione e dei tassi di interesse, il che potrebbe mantenere i titoli azionari in un intervallo limitato, renderli più volatili o entrambe le cose fino alla fine dell’anno.

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