Avvocatura? No, grazie. Fuga di giovani dalla toga

È un dato incontrovertibile: sempre meno laureati in giurisprudenza scelgono la professione forense e sempre meno diplomati scelgono come percorso di laurea la facoltà di giurisprudenza. Così si è passati, in poco meno di quattro anni, dai 450 praticanti del 2019 ai 290 del 2022. In tale stima vanno considerate circa 1800 cancellazione dall’Albo degli Avvocati di Bari, avvenute negli ultimi anni essenzialmente in ragione dell’accesso al pubblico impiego per il tramite dei numerosi concorsi pubblici banditi. Secondo L’Aiga – Associazione Italiana Giovani Avvocati – il momento storico, propizio – a ben vedere – per chi sceglie di intraprendere la carriera professionale, va supportato da una riforma istituzionale che rafforzi ed aggiorni la preparazione accademica e che valorizzi il giovane professionista sin dal periodo di pratica forense, con il riconoscimento di adeguati spazi lavorativi e di un giusto riconoscimento economico. Il percorso del giovane avvocato viene anche supportato dalla Cassa di previdenza Forense, che, per i primi anni di professione, garantisce forme di agevolazione nel versamento dei contributi annuali obbligatori. Da diversi anni, poi, Aiga si batte per la salvaguardia della professionalità di tutti gli avvocati, tesa, ad esempio, a rivendicare l’esclusiva titolarità degli avvocati nel trattare, in sede stragiudiziale, le questioni giuridiche che potrebbero avere un risvolto processuale. Basti pensare a controversie relative al recupero crediti o a richieste risarcitorie, la cui risoluzione richiede specifiche competenze tecnico-giuridiche o deontologiche. L’evoluzione professionale impone anche l’aggiornamento professionale e la creazione di studi multidisciplinari, pronti a specializzarsi nelle nuove frontiere del diritto (informatica, privacy, agroalimentare, legge 231/90). Non meno importanti sono le battaglie dell’Aiga tese alla semplificazione ed all’accelerazione dei pagamenti dei compensi del patrocinio a spese dello Stato, alla semplificazione delle procedure del recupero dei compensi professionali e, non da ultimo, alla regolamentazione della figura del c.d. avvocato mono-committente, figura professionale che più ha risentito della crisi dovuta alla pandemia. Tali riforme non sono più procrastinabili e su tali problematiche Aiga chiede una pronta risposta nel corso del nuovo anno. Si prospetta un periodo di grandi cambiamenti per la professione forense che, almeno a livello numerico, sta pian piano ritornando nell’alveo della normalità, lasciando, però, degli interrogativi delicati. Si pensi alla sostenibilità della cassa forense: il rapporto pensionati/avvocati attivi oggi è ancora favorevole (a fine 2021 vi erano 30.863 pensionati a fronte di 241.830 iscritti), ma non si può escludere che possa peggiorare, considerata la tendenza alla riduzione degli attivi e il futuro aumento dell’accesso alla pensione. Insomma, l’Aiga ritiene che solo una nuova classe professionale adeguatamente preparata ma anche ben motivata potrà ritornare a vivere un nuovo periodo di dignitoso benessere.


avv. Dorian Saracino
Presidente Aiga Bari

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