Con l’introduzione del Codice della Crisi e dell’Insolvenza e le successive modifiche, si rafforza un principio cardine: ogni azienda deve dotarsi di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, proporzionati alla propria natura e dimensione. Questo obbligo, è stato ulteriormente dettagliato per migliorare la prevenzione delle crisi e la tempestiva rilevazione degli squilibri finanziari.
Il Correttivo Ter ha introdotto modifiche importanti che incidono direttamente sugli assetti, con l’obiettivo di chiarire e rafforzare gli obblighi per gli imprenditori. In particolare, l’articolo 3 del Correttivo specifica che le imprese devono dotarsi di strumenti idonei a monitorare costantemente la sostenibilità economico-finanziaria del proprio debito. Verificare la presenza di segnali di crisi attraverso l’analisi di indicatori di rischio. Assicurare la continuità aziendale con adeguati sistemi di pianificazione. Il legislatore ha inoltre rafforzato i sistemi di allerta interna.
Questo include strumenti per la redazione di piani previsionali e analisi di scenari futuri. Un’altra importante novità riguarda il potenziamento del ruolo dell’organo amministrativo: centrale nel predisporre e monitorare gli adeguati assetti. L’articolo 3 del Correttivo ribadisce che l’organo amministrativo è responsabile non solo della loro implementazione, ma anche del loro aggiornamento. Con il Correttivo Ter, si evidenzia che l’assenza di adeguati assetti potrebbe configurare una responsabilità per gli amministratori, in caso di mancata tempestiva rilevazione e gestione crisi.
La sfida per le imprese
Molte aziende, in particolare quelle di minori dimensioni, percepiscono gli adeguati assetti come un adempimento burocratico. Tuttavia, la mancata implementazione può avere conseguenze gravi, sia in termini di responsabilità legale sia per il rischio concreto di non intercettare tempestivamente segnali di crisi. Un caso tipico è quello di aziende che continuano a operare senza una chiara analisi della propria capacità di far fronte agli impegni, sottovalutando segnali come una carenza di liquidità o un incremento dei costi fissi rispetto ai ricavi.
Fortunatamente, alcune imprese stanno iniziando a comprendere l’importanza di investire in sistemi di controllo e di pianificazione finanziaria. La consapevolezza, però, cresce lentamente, soprattutto tra le realtà meno strutturate. Per rendere più accessibile questo obbligo e trasformarlo in una risorsa strategica, occorre un cambio di approccio: continuando a veicolare il messaggio normativo, spiegando agli imprenditori che gli adeguati assetti non sono soltanto un obbligo di legge, ma uno strumento per tenere sotto controllo la redditività, ridurre i rischi e garantire la continuità aziendale.
Potrebbe in questo senso essere utile presentare casi reali di aziende che, grazie a una gestione efficace degli assetti, hanno superato crisi o migliorato le proprie performance, incentivare iniziative mirate a spiegare come implementare sistemi semplici ma efficaci di controllo di gestione e di pianificazione finanziaria o proporre agevolazioni fiscali, anche eventualmente attraverso lo strumento del credito d’imposta, per le imprese che scelgono di investire in un adeguato sistema di monitoraggio e controllo.
Le modifiche introdotte dal Correttivo Ter rappresentano un passo avanti per stimolare le imprese a dotarsi di strumenti operativi e non solo formali. Tuttavia, per rendere realmente efficace questa riforma, è necessario che imprenditori e professionisti collaborino per cambiare la percezione degli adeguati assetti: non un peso, ma una leva per la competitività e la resilienza.