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Assegnazione agevolata, implicazioni notarili e profili operativi

Con la Legge di Bilancio 2025 il legislatore ha reintrodotto, seppur con modifiche, la possibilità di usufruire della Assegnazione Agevolata di beni immobili ai soci da parte delle società, al ricorrere di specifici requisiti. Si tratta di una misura incentivante che mira a semplificare la dismissione di asset immobiliari non più strumentali all’attività d’impresa, nonché…
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Con la Legge di Bilancio 2025 il legislatore ha reintrodotto, seppur con modifiche, la possibilità di usufruire della Assegnazione Agevolata di beni immobili ai soci da parte delle società, al ricorrere di specifici requisiti. Si tratta di una misura incentivante che mira a semplificare la dismissione di asset immobiliari non più strumentali all’attività d’impresa, nonché a razionalizzarne il patrimonio e a snellirne la struttura societaria. In questo senso l’istituto condivide analoghe finalità con la Cessione Agevolata di beni aziendali che, a fronte di un corrispettivo, permette di svincolarsi da alcune delle limitazioni che permeano lo strumento dell’assegnazione. Ai fini di una corretta attuazione della procedura in commento è di tutta evidenza come assurga a un ruolo cruciale la figura del notaio, rappresentando il naturale punto di snodo tra adempimenti fiscali, disciplina civilistica e tutela verso i soggetti terzi.

L’assegnazione agevolata

Questo poiché l’operazione di assegnazione agevolata non si esplicita in un semplice atto dispositivo, ma rappresenta piuttosto l’esito di un processo integrato ed eterogeneo, tale da armonizzare implicazioni di carattere societario, tributario, civilistico e catastale. Ed è proprio allo scopo di favorire una consapevole applicazione dell’agevolazione che diviene di fondamentale importanza una preventiva comunicazione tra società, consulente fiscale e notaio, affinché, congiuntamente, essi ne possano assicurare la piena conformità normativa. In particolare il notaio, nella funzione pubblicistica che gli è prerogativa, è chiamato ad accertare la regolarità formale e sostanziale dell’intera operazione, con riferimento alla verifica della titolarità in capo alla società dell’immobile come rispetto alla sua natura.

Al notaio spetta inoltre appurare la coerenza delle conformità urbanistiche e catastali dell’immobile, la legittimazione dei soci destinatari e redigere il verbale societario nel rispetto delle formalità civilistico-fiscali che questo presuppone. L’assegnazione ai soci deve infatti avvenire obbligatoriamente mediante la forma di atto pubblico notarile, il quale assumerà valore non già soltanto ai fini della trascrizione nei registri immobiliari bensì anche con riguardo all’efficacia ai fini fiscali della dichiarazione. È allora comprensibile come l’atto notarile debba contenere puntuale indicazione circa il valore normale del bene, specifica della volontà della società di avvalersi del regime agevolato, dettaglio delle imposte sostitutive versate e la formalizzazione del consenso dell’approvazione assembleare.

A valle del buon esito della stipula, sarà lo stesso notaio rogante a provvedere alla trascrizione dell’atto nei pubblici registri e alla liquidazione delle imposte applicabili. Come detto è al notaio che compete l’onere di appurare l’integrazione dei requisiti soggettivi della società e dei soci beneficiari, accanto alla verifica dei requisiti oggettivi dell’immobile assegnato: la società dovrà in tal senso produrre, da una parte, copia dei rilevanti documenti societari (quali, ad esempio, fascicolo storico camerale, statuto e bilancio di esercizio), dall’altra la documentazione riguardante l’immobile in misura non dissimile da quella che sarebbe domandata in occasione di una compravendita “ordinaria”. Tra questi, ritroviamo tipicamente gli atti di provenienza comprovanti il titolo di proprietà dell’immobile, le visure e le planimetrie aggiornate, il certificato di destinazione, l’Attestato di prestazione energetica, le certificazioni di conformità urbanistica e catastale

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