Panificatori e florovivaisti: «I rincari ci danneggiano»

Difficoltà e disagi ricadono, di conseguenza, anche su panificatori e florovivaisti, che si associano alla protesta: i panificatori di Monte Sant’Angelo riuniti in un’associazione hanno scritto al prefetto di Foggia Carmine Esposito per rappresentare la drammatica situazione dell’approvvigionamento delle farine.

«Abbiamo un’autonomia di 48-72 ore – riassume Donato Taronna, presidente dei panificatori montanari – Sulle arterie stradali sono bloccati anche i nostri furgoni che trasportano il pane tutte le mattine. Il pane di Monte Sant’Angelo viene esportato principalmente a Foggia, San Severo, San Giovanni Rotondo, Manfredonia e Cerignola e in tanti centri dell’Italia centrale».
E l’aumento dei costi energetici è molto sentito dal comparto florovivaistico, che «sta subendo sulla propria pelle le conseguenze del rincaro». Così commenta Leonardo Capitanio, imprenditore di successo, presidente dell’associazione nazionale vivaisti esportatori e componente del Comitato di gestione del Distretto florovivaistico e del Cibo di Puglia: «Anche se molte aziende non sono propriamente energivore – spiega – i vivai acquistano materie plastiche per le coperture delle serre, per la pacciamatura, ma soprattutto per i vasi. Ad esempio la plastica è aumentata fino al 25 per cento».
E continua: «A ciò si aggiunga il rincaro del carburante che incide sui costi di trasporto. Tutte variabili dipendenti che vanno ad impattare sul prezzo finale dei prodotti, ovvero delle piante. Anche l’aumento dei costi della torba, come tantissimi altri prodotti non rinnovabili, sta vivendo un rincaro. Si pensi che il gas, per le aziende che riscaldano, ha un impatto grandissimo tale da indurre alcune di esse a riconvertire gli impianti a gasolio. Trovo assurdo che si torni al gasolio perché più conveniente».
Capitano analizza i trend di mercato dei prezzi all’ingrosso: «Fortunatamente il mercato sta vivendo un buon momento con le quotazioni – dice – Tuttavia, come ogni trend di rialzo, prima o poi subirà una battuta di arresto e sarà in quella fase che i prezzi di vendita potrebbero non essere sufficienti a coprire gli aumenti dei costi alla produzione. Per ora rimaniamo in attesa, sperando che questa crisi delle materie prime e dei costi energetici si risolva presto per poter riportare la situazione nella normalità».

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