Ecosistemi imprenditoriali. Al Sud promossa solo Bari

Il Sud non brilla nella classifica realizzata dalla scuola Imt alti studi di Lucca sui fattori in grado di stimolare innovazione e competitività. Colpisce in positivo, però, il dato in netta controtendenza della provincia di Bari che si colloca al sedicesimo posto (prima da Roma in giù).

Per il capoluogo pugliese si registra un punteggio pari a sedici, al di sopra della media nazionale ferma a dieci. Il report sugli ecosistemi imprenditoriali italiani analizza i dati delle 105 province italiane partendo dal modello di Entrepreneurial Ecosystem Index di Stam and van der Ven (2021) e dai dati provenienti dalle camere di commercio e dall’Istat. La differenza tra il Nord e il Sud è macroscopica.
Meno marcate, invece, quelle tra le province del Centro e quelle del Nord, con le prime che si impongono nella cultura imprenditoriale mentre, le seconde, svettano nella finanza innovativa. Milano, Roma e Bologna sono le province con l’ecosistema imprenditoriale più sviluppato. Lo studio analizza anche la distribuzione sul territorio dei servizi alle imprese e anche in questo il divario Nord-Sud è netto. I fattori presi in esame sono in tutto dieci: Istituzioni formali, cultura imprenditoriale, networks, infrastrutture fisiche e digitali, potenziale di mercato, servizi alle imprese, talento e formazione, nuova conoscenza, leadership e finanza innovativa.
«Quando tali elementi sono ben sviluppati – si legge nel report – l’ecosistema imprenditoriale è in grado di generare risultati concreti non solo da un punto di vista imprenditoriale, ma a cascata per l’intero sistema economico».
Il Pnrr stanzia circa un miliardo e 300 milioni di euro sugli ecosistemi dell’innovazione, finanziando la creazione di 12 ecosistemi a livello territoriale, regionale o sovraregionale con un finanziamento che va da 90 a 120 milioni di euro ciascuno. Per mezzo di questi ecosistemi, si prevede di agevolare il trasferimento tecnologico e la trasformazione digitale anche attraverso il supporto alla nascita e sviluppo di start-up e spin off. Con l’impegno a destinare il 40% delle risorse al Sud, l’auspicio è che questa classifica nei prossimi anni registri una riduzione dei divari e non un loro ampliamento.

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