Diversamente abili nello sport con HBARI2003 – VIDEO

«Far sentire protagonisti giovani che hanno una disabilità intellettiva e fisica». È l’obiettivo dell’HBARI2003, una associazione a promozione sociale e dilettantistica sportiva.

Diversamente abili nello sport con l'associazione HBARI2003

«Far sentire protagonisti giovani atleti con una disabilità intellettiva e fisica». È l’obiettivo dell’ HBari2003, una associazione a promozione sociale e dilettantistica sportiva che ogni lunedì al Pala Laforgia del San Paolo si incontra con ragazzi e ragazze per allenarsi e giocare a basket guidati da tecnici esperti e dal presidente Gianni Romito.

«Una splendida attività – spiega Romito – unica in Italia e il nostro desiderio è di mantenerla in vita. Psicomotricità rivolta alla disabilità intellettiva grave e meno grave che utilizza il gioco della pallacanestro come strumento di attività sportiva. Sono iniziative rivolte a persone in condizioni di disagio».

HBari2003 è anche una squadra di basket in carrozzina e grazie a molte manifestazioni sportive dona momenti di magia e socializzazione ad atleti e famiglie che da anni seguono e partecipano con l’associazione ai grandi benefici riabilitativi e di reinserimento sociale. Due volte a settimana la squadra si allena sempre al Pala Laforgia. Il giovedì dalle 20 alle 21 e il venerdì dalle 18:30 alle 20.

«Venite a vedere ciò che fanno i nostri ragazzi – spiega Teresa, mamma di Giovanni -. Io sono un genitore di un ragazzo autistico grave, livello 3. Mio figlio è migliorato tantissimo per lui lo sport è vita e poi socializzano tra di loro. Tenerli a casa in quattro mura no».

Anche Nino Costantino, genitore, porta suo figlio da quasi 10 anni ad HBari. «Un passo molto importante nel suo processo di emancipazione, perché come tutti quelli che si sono inseriti in questo ambiente riescono ad acquisire una disciplina sportiva a livelli inaspettati. Ci sono ragazzi che quando sono entrati erano proprio totalmente fuori controllo ma lo staff tecnico è riuscito a inquadrarli in un percorso formativo molto interessante».

Da genitore cosa vuol dire ad altri genitori che non hanno mai provato questa esperienza?

«Ognuno di noi direbbe innanzitutto di non chiuderli in casa. I nostri figli purtroppo non li cerca nessuno – spiega Costantino – per cui siamo noi che dobbiamo attivarci per cercare di inserirli quanto più possibile in ambienti che siano aperti a loro. Questo è sicuramente un ambiente perfetto sotto tutti i punti di vista: socializzazione, emancipazione e sviluppo. Fanno attività fisica vera e la fanno con disciplina. Seguiti e assistiti in tutte le maniere e grazie ai tecnici persone dedite a questo tipo di attività».

Tra i tecnici di HBari2003 con Angelo Cassano «c’è stato un tentativo di realizzare le fasi di inserimento nel gioco di squadra ma non ci siamo riusciti, ed è difficile», spiega Gianni Romito. Ma può essere un obiettivo da raggiungere per alcuni genitori proprio, perché tutto il resto, questi ragazzi, «sono riusciti a raggiungerlo con tutte le difficoltà del mondo. Ma bene o male non hanno limiti se non quelli che noi gli poniamo». Un lavoro lungo e complesso quello del gioco di squadra che per qualche genitore può essere una meta raggiungibile.

«Come in tutte le attività sportive c’è una selezione da fare – secondo Nino Costantino – Un obiettivo a cui puntare è quello di mettere insieme una squadra che possa fare attività agonistica. Io vedo in tutti questi ragazzi, una trentina e quasi tutti assidui, qualcuno che potrebbe dedicarsi. Ci vorrà solo più tempo».

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