«Una metafora dell’uomo medio, pigro e e pavido»: esce il nuovo singolo di Pierdavide Carone

A tre anni dall’uscita del suo quarto album Casa, torna col singolo “Carla e la Credenza” il cantautore pugliese Pierdavide Carone. Il brano, apripista di un progetto artistico che culminerà con la pubblicazione di un nuovo album entro fine anno, è già online su tutte le piattaforme per Zoo Dischi e Ada Music Italy. «Voglio restare dentro il mio appartamento», canta Carone nel video, in mutande e canottiera.

Con questo brano pop-folk dai toni ritmati, Carone torna allo stile sarcastico e graffiante de La ballata dell’ospedale. Carla e la credenza, intesa sia come ambiente casalingo che come pensiero, è l’allegoria dell’uomo di oggi, che preferisce voli pindarici sulla Luna e su Marte, piuttosto che scoprire il mondo che ci circonda, conoscere l’altro, accontentandosi di quello che dice la tv.

Un brano che prende di mira chi per paura o ignoranza si chiude in se stesso, in una casa piena di mobili vecchi, ancorato a credenze, luoghi comuni figli dell’ignoranza, che finiscono per fomentare razzismo ed egoismo. Pungente contro chi si pasce nella propria ignoranza, convinto di sapere tutto, Carone con Carla racconta la metafora dell’Italia di 60 milioni di virologi, tecnici della nazionale e criminologi.

Carla e la credenza rappresentano le persone che non hanno il coraggio di sfidare le proprie convinzioni e di abbracciare nuove prospettive. Da un lato c’è Carla, un ritratto stereotipato della resistenza al cambiamento, rintanata nella comfort zone delle proprie abitudini e convinzioni, dall’altro un pezzo di mobilio che rappresenta l’arredamento stantio di una casa che non si ha il coraggio di cambiare.

«Carla sono io che mi maschero da uomo medio, con le sue abitudini, opinioni, pigrizia, vigliaccheria, pavidità. E la credenza è l’arredamento stantio di una casa che non ho il coraggio nemmeno di ammodernare. Carla siamo tutti noi – dice l’artista – carpe nella lenza, capre di periferia, noi che sulla luna non solo non ci andremo mai, ma che se qualcuno ce la indicherà con un dito, noi resteremo a guardare il dito».

Da questo affresco sarcastico riparte Pierdavide Carone, diventato noto al grande pubblico con la partecipazione alla nona edizione di Amici di Maria de Filippi (premio della critica e terzo posto). Suo, nel 2010, il brano “Per tutte le volte che…” con cui Valerio Scanu trionfa a Sanremo. Sullo stesso palco due anni dopo è con Lucio Dalla col brano Nanì.

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