La transumanza è stata inserita nel 2019 dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale. A questa pratica di migrazione del bestiame in determinate stagioni è dedicato il libro “Tratturi e Transumanza, orgoglio dei pastori pugliesi” di Angelo Tedone, edito dal Consiglio Regionale della Puglia e dall’UNPLI Puglia APS.
Numerose le curiosità storiche che caratterizzano il volume che dedica la prima parte al percorso della transumanza con riferimento alla mesta spagnola, alle politiche di Alfonso I d’Aragona re di Napoli e di Filippo I, all’attività della Dogana di Foggia, all’assegnazione dal 1935 al 1941 ad ex combattenti di parte dei tratturi con sistema della candela vergine.
La principale via erbosa era il Regio Tratturo che aveva inizio da L’Aquila (diretto a Foggia, Barletta, Grumo Appula) luogo di partenza dei pastori di Pescasseroli, Rivisondoli, Sulmona, Roio, Castel del Monte a cui si aggiungevano quelli del Molise. Da questo si diramavano tratturelli e bracci, 42 dei quali interessavano la Puglia come la via Traiana che percorreva il sentiero della via romana e quello di Corato- Fontanadogna e Canosa- Ruvo, quest’ultimo attraversava il Bosco di Ruvo (disegnato nel 1806 dall’agrimensore Nunzio Michele) e incrociava nella zona Matine il Regio tratturo in prossimità del riposo Colapazzo, uno dei nove riportati nella Carta dei Tratturi.
L’agrimensore Stefano de Stefano nel 1477 nella sua pubblicazione ‘La ragion pastorale’ si sofferma sulle vicende della transumanza e in particolare sul bosco di Ruvo ricco di verde, ghiande, acqua, ricoveri ma dominio di casa Carafa che ne faceva un uso proprio non tenendo conto delle regole della Dogana fittuaria dell’area a pascolo. «La transumanza, -scrive Angelo Tedone- che cessò di essere fenomeno di massa a metà anni 60, era legata all’attività dei pastori che iniziava alle 4.30 fino alle ore 17 muniti di attrezzi come coltello a serramanico, bastone, ombrello, ciotole e posate in legno e la tacchinella, tavoletta di legno dove veniva segnata l’assegnazione di viveri. Insieme a questi oggetti vi era un fazzoletto ricamato dalle fidanzate dei giovani pastori come segno d’amore».
In appendice al volume sono poi descritte le erbe medicali e non, utilizzate anche per uso alimentare e un dizionario dei lemmi più usati durante la transumanza. La solidarietà tra le Regioni interessate è poi testimoniata dalla denominazione di comuni come Lecce dei Marsi (Abruzzo) e S. Giuliano di Puglia (Molise).